27 novembre 2009

INCHIESTA Enel e la politica degli orrori 2

CIVITAVECCHIA – Dopo le foto pubblicate in un nostro post del 16 Novembre arriva il video. E le immagini che, dopo quelle della scorsa settimana, arrivano oggi dal cantiere di Torre Valdaliga Nord sono ancora più inquietanti. A diffonderle sono stati questo pomeriggio il Consigliere comunale Alessandro Manuedda e l’esponente del Forum Ambientalista Simona Ricotti, la cui denuncia è di quelle che fanno rabbrividire e che impongono, stavolta, una presa di posizione chiara e inappellabile da parte dell’Enel e del Comune; soprattutto nel momento in cui la Procura della Repubblica ha aperto una indagine sul video in questione e su quanto da esso è possibile vedere: mucchi di rifiuti, di qualunque tipo, in un’area non precisata ma comunque interna al cantiere della centrale e movimentazione di merci, polveri e sostanze in gran quantità e in totale assenza di sicurezza ambientale. Il video non è databile, ma le semplici immagini bastano ad accertare una palese violazione di legge da parte dell’Enel: la movimentazione di rifiuti, polveri e sostanze in ambiente aperto all’interno del cantiere, quando sia la Valutazione di Impatto Ambientale che la conferenza dei servizi per l’aggiornamento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale impongono espressamente all’azienda elettrica che ogni operazione di materiale avvenga in ambienti chiusi e senza alcuna dispersione atmosferica. A questo dato di fatto si affianca poi un interrogativo, allarmante e che necessita chiarimenti, laddove nelle immagini si vedono chiaramente dei camion raccogliere ingenti quantità di materiale e polveri e trasportale via dal cantiere.
Il video infatti, come già le foto pubblicate dalla nostra Redazione, è giunto a Simona Ricotti in forma anonima per essere poi consegnato dalla stessa alla Procura. .
Chissà che nel frattempo anche Comune ed Enel si sveglino.

20 novembre 2009

Fiamme al petrolchimico

intervento di Medicina Democratica e Salute Pubblica

Venerdì 13 novembre 2009 , come più volte è accaduto quest’anno a Brindisi, dalla torre principale del petrolchimico si sono levate fiamme alte una decina di metri visibili anche da molti chilometri di distanza.
Cosa succede quando la torcia del petrolchimico è in fiamme ? Viene alterata la qualità dell’aria ? Vengono emesse sostanze nocive in grado di provocare danni alla salute dei cittadini ? A queste ed altre domande vorremmo che le Autorità preposte alla tutela della salute (ASL, ARPA, Sindaco) fornissero qualche risposta.
Nel frattempo abbiamo controllato sul sito internet dell’ARPA PUGLIA i dati di qualità dell’aria rilevati dalla rete di monitoraggio ambientale dell’Arpa. Dai dati si evince che il giorno 13 novembre si è verificata un’impennata nella concentrazione del Benzene nell’aria. Si è passati da circa 1-2 microgrammi / metro cubo dei giorni precedenti (11 e 12 novembre ) ad 16,2 ( ben sopra il limite di legge di 6 microgrammi / m3 ) presso la centralina del Sisri situata nella zona industriale a 6,8 nella centralina di via Taranto per arrivare a 6,1 a Torchiarolo. Da notare che lo sforamento del benzene a Torchiarolo si è avuto anche nel giorno successivo e che la città non ha un traffico veicolare in grado di innalzare in tal modo la concentrazione del Benzene.
In tabella riportiamo i dati relativi al benzene cosi come rilevate dalle centraline di monitoraggio dell’Arpa nei giorni precedenti e successivi al 13 novembre .





 Ricordiamo che il Benzene è un cancerogeno di gruppo 1 per l’AgenziaInternazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), è in grado di provocare tumori in diversi organi ma è particolarmente correlato con i tumori del sangue (leucemie, linfomi e mielomi)

Benzene in ug / m3
(valore limite 5 ug / m3 )
- 11 nov 2009 Br Sisri 1,6 Br Ter. Passeggeri 1 Br. Via Taranto 1,5 Torchiarolo /
- 12 nov 2009 Br Sisri 2,7 Br Ter. Passeggeri / Br. Via Taranto 2,2 Torchiarolo /
- 13 nov 2009 Br Sisri 16,2 Br Ter. Passeggeri / Br. Via Taranto 6,8 Torchiarolo 6,1
- 14 nov 2009 Br Sisri 4,1 Br Ter. Passeggeri / Br. Via Taranto 3,2 Torchiarolo 6,1
- 15 nov 2009 Br Sisri 2,8 Br Ter. Passeggeri / Br. Via Taranto 2,3 Torchiarolo 4,2

Chiediamo quindi alle autorità preposte vi è una correlazione tra le fiamme della torcia del 13 novembre e l’innalzamento della concentrazione del benzene nello stesso giorno a Brindisi e Torchiarolo?
Chiediamo, inoltre, quali siano state le valutazioni dell’Assessore Regionale all'ecologia, del Prefetto, del Presidente della Provincia, del Sindaco e del Procuratore della Repubblica di Brindisi - ognuno secondo la propria competenza – rispetto alla richiesta formulata dal dipartimento provinciale di ARPA-Puglia (“Relazione sugli eventi di accensione delle torce del Petrolchimico di Brindisi” del 15 dicembre 2008, prot. N. 7831) circa l'opportunità di intervenire nelle autorizzazioni attualmente vigenti (e/o nelle future autorizzazioni) prescrivendo alcune richieste quali (si cita testualmente):
a) di richiedere specifica autorizzazione per l’esercizio delle torce per le quali esista un concreto pericolo di emissione di sostanze cancerogene, tossiche per la riproduzione o mutagene o di sostanze di tossicità e cumulabilità particolarmente elevate;
b) di dotarsi di idoneo sistema di recupero dei gas attualmente avviati in torcia nelle fasi di transitorio (fermata e riavvio programmati) e per le attività di manutenzione degli impianti, al fine di ridurre il numero di eventi di accensione delle torce;
c) di installare di misuratori idonei di flussi di gas alla base del sistema di torce a servizio dell’impianto per misurare la portata dei gas in torcia e/o sistemi di altra tipologia necessari per misurare i tempi di deviazione degli stessi, non essendo l’installazione di tale flussimetri stata prevista dall’azienda neanche nell’ambito della domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale.
d) di dimensionare ciascuna torcia al doppio della massima portata di gas teoricamente avviati in torcia nelle condizioni di maggiore criticità prevedibili;
e) di provvedere ad adeguare il sistema di approvvigionamento di energia elettrica e altri impianti obsoleti da cui sono originati i recenti eventi di accensione delle torce;
f) di installare idonei sistemi di prelievo dei gas immessi a base torcia laddove non ancora presenti;
g) di predisporre sistemi di registrazione video delle fiamme prodotte dalle torce e di successiva archiviazione.

Salute Pubblica e Medicina Democratica Brindisi

16 novembre 2009

ENEL e la politica degli orrori


Nel cantiere della centrale di Tvn giacciono all’aria aperta cumuli di polveri e sacchi ripieni: con che cosa ha a che fare la popolazione di Civitavecchia?
da www.centumcellae.it

CIVITAVECCHIA – Che cosa accade dentro il cantiere di Torre Valdaliga Nord? Le immagini di cui è entrata in possesso la nostra Redazione, e che pubblichiamo in esclusiva, sono inquietanti e aprono preoccupanti interrogativi. Da giorni, in quello che sembra essere con pochi dubbi il parco nafta della centrale, giacciono infatti cumuli di polveri e voluminosi sacchi ripieni. I cumuli di polvere sono distinguibili in due tipologie: quelli che somigliano molto alle ceneri di una combustione e quelli che a prima vista richiamano una sostanza molto simile allo zolfo; in quantità enorme. Poi ci sono i sacchi, pieni e accumulati uno sopra l’altro, che osservandoli con attenzione rivelano un allarmante particolare: il loro fondo ha un colore scuro, rossiccio, come se fosse imbevuto di una qualche sostanza liquida o addensatasi nel basso, e dello stesso colore, all’apparenza bagnato, risulta il terreno su cui i sacchi sono poggiati, come se la sostanza liquida di cui appaiono imbevuti fosse penetrata nella terra. E ancora, accanto a sacchi e polveri, cumuli di ferraglia arrugginita.
Le ipotesi e le domande che sorgono sono tante. La prima: che sostanze sono quelle polveri ammassate sul terreno e in balia del vento? La seconda: che cosa c’è dentro quei sacchi? La terza: è penetrata qualche sostanza liquida nel terreno? Dopo di che si accavallano varie riflessioni; tali polveri, quand’anche fossero cenere di un semplice braciere da scampagnata, sono esposte all’aria aperta e quindi sicuramente destinate a disperdersi nell’aria, sia dentro il cantiere, dove operano centinaia di lavoratori, sia nel vicino centro abitato: possiamo essere certi che non sono nocive e che nessuno le abbia inalate? Inutile qualsiasi considerazione nel caso in cui anziché cenere di braciere si trattasse di residui della combustione della centrale e di zolfo.
La domanda che in ogni caso si pone tuttavia è la seguente: ma l’Enel non ha sempre e comunque rassicurato cittadini e Governo che mai e poi mai qualunque sostanza sarebbe stata dispersa nell’aria sia nella fase transitoria di realizzazione della centrale che in quella di funzionamento a pieno regime? Non ha sempre parlato di movimentazione di polveri e ceneri in ambienti assolutamente chiusi e depressurizzati? Questa garanzia, vale la pena ricordarlo, è stata messa nera su bianco non solo sulle prescrizioni della Valutazione di Impatto Ambientale ma anche, successivamente, sul Piano transitorio presentato in sede di Conferenza dei Servizi per l’approvazione della nuova Autorizzazione Integrata Ambientale. Cosa ci fanno allora quei cumuli di polveri nel bel mezzo del cantiere? E ancora viene da domandarsi: chi ha movimentato e lì depositato quelle polveri e quei sacchi, lo ha fatto in condizioni di sicurezza? Quali sono state le cautele sanitarie adottate? E sono in condizioni di sicurezza, con l’aria e il vento che senza dubbio disperdono tali polveri nel cantiere, i lavoratori che vi operano ogni giorno? La serie di domande potrebbe continuare a lungo, insieme ai dubbi e alle incertezze che procurano queste immagini. Le quali tuttavia ci lasciano anche una certezza: stavolta ai cittadini è dovuta una risposta; dall’Enel, dal Comune e, sarebbe auspicabile, anche dalla Procura della Repubblica.

Marco Galice

15 novembre 2009

CARBONE:Impressioni.

CARBONE:Impressioni.
(una produzione Contro-Sguardi ONLUS Officine Cinematografiche Macadam)




>>>>STOPMOTION___NAC<<<<

8 novembre 2009

Rispetto per i Medici contro arroganza e pretestuosità

Pensavamo di averle sentite tutte ma in realtà ci sbagliavamo. L’ultima uscita del comitato Si al carbone “pulito” con il quale si attacca l’Ordine dei Medici della Provincia di Brindisi ha infatti oltrepassato ogni limite e decenza.
Affermare che i medici di Brindisi sono lontani dalla realtà quando ricordano a tutti che l’inquinamento ambientale è causa di patologie cardiovascolari e tumorali che provocano un eccesso di mortalità, risuona in maniera tragica.
I nostri Medici, cui va tutto il nostro rispetto e riconoscenza per la loro importante opera, hanno visto crescere nel corso degli anni il numero di malati e purtroppo anche di morti nella nostra città e in tutto il Salento.
Loro, a differenza degli eminenti professori riunitisi nel gruppo si al carbone, parlano di cose che non solo hanno studiato ma hanno anche purtroppo sperimentato nella loro professione.
Ci sembra paradossale che contestino non solo un singolo dottore ma addirittura un intero Ordine dei Medici adducendo tra l’altro motivazioni su cui è preferibile stendere un velo pietoso.
Ma la loro arroganza va oltre quando richiedono addirittura l’intervento del Ministro per zittire l’Ordine dei Medici, soggetto istituzionalmente titolato a rilasciare pareri e dichiarazioni concernenti la tutela della salute pubblica.
La democrazia è fatta di partecipazione, di confronto tra opinioni differenti e richiamare il potere politico perché zittisca un ordine professionale titolato ad esprimere pareri, ci ricorda un tempo ed una pratica politica fatta in camicia nera cosi come il carbone che speravamo morta e sepolta.
Per questo motivo e per la assoluta confusione creata ad arte sulla materia in questione, chiediamo al comitato “Si al Carbone” la disponibilità a partecipare ad un confronto pubblico alla presenza di organi di informazione, cittadini e chiunque vi voglia prendere parte, in cui chiarire in maniera netta le rispettive posizioni confrontandosi su dati, studi e tabelle piuttosto che su interpretazioni pretestuose della realtà.

salento stop inquinamento di officinadidee@interfree.it

 
 

6 novembre 2009

COMUNICATO STAMPA ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI BRINDISI

Riceviamo e volentieri inoltriamo il comunicato che segue

 Brindisi, 06/11/2009

Ordine dei Medici sulle convenzioni energetiche

In questi giorni si sta svolgendo nella comunità provinciale un dibattito riguardo la produzione energetica di cui la città capoluogo ospita da anni una notevole concentrazione.

L’occasione per questo dibattito è fornita dalla congiuntura della firma delle convenzioni con gli enti di produzione elettrica. Nei numerosi interventi si affrontano diverse tematiche tra cui quella della salute. Una tematica che non può vedere assente l‘Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Brindisi.

Sono numerose le evidenze scientifiche circa un impatto negativo sulla salute delle popolazioni vicine ad impianti energetici ed in particolare a quelle che hanno come combustibile il carbone. Le sostanze emesse in aria, acqua e suolo nonché nei residuo di combustione sono numerose, particolarmente tossiche ed alcune cancerogene. Gli idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti tra cui l’arsenico, il mercurio, il nichel, il piombo, polveri sottili, ossido di carbonio e anidride carbonica, sostanze radioattive (210-Polonio e 210-Piombo), ossidi di azoto e ossidi di zolfo, diossine e furani.

La quantità di carbone utilizzata dalle due centrali elettriche che insistono nel Comune capoluogo è cresciuta progressivamente negli ultimi anni sfiorando gli 8 milioni di tonnellate nel 2007, come riportato dall’Autorità Portuale. Si tratta di quantità che rappresentano probabilmente se non un caso unico, sicuramente una situazione rara nel panorama mondiale.

Le indagini epidemiologiche disponibili da diversi anni segnalano nell’area ad alto rischio di crisi ambientale di Brindisi, e soprattutto nel capoluogo, un eccesso di mortalità generale e per alcuni tumori in particolare. Esistono studi recenti sull’aumento dì mortalità e dì ricoveri per cause cardiovascolari e respiratorie nei giorni in cui si registra innalzamento delle concentrazioni degli inquinanti nell’aria. Le caratterizzazioni dell’area industriale hanno messo in evidenza un inquinamento del suolo che attende ancora di essere bonificato e incombe sulla salute collettiva.

La letteratura scientifica riporta patologie a carico dei nascituri e dei bambini che risiedono nei pressi di produzioni energetiche che utilizzano carbone.

Siamo anche consapevoli che oltre le centrali a carbone ci sono altri fattori antropici che contribuiscono all’inquinamento. Il nostro compito non è quello di trovare soluzioni economiche e politiche a questa situazione. Ma riteniamo che le condizioni a cui siamo giunti necessitino di una sostituzione del carbone con altro combustibile meno nocivo, di un vero controllo in continuo delle emissioni stesse in modo che si possa intervenire nelle fasi di maggiore criticità per le popolazioni.
Considerato lo status di area ad alto rischio di crisi ambientale, sarebbe necessario pensare ad un intervento legislativo regionale che per ragioni sanitarie impedisca ulteriori insediamenti che emettono sostanze tossiche e prescriva rimedi per la riduzione di quelli esistenti in tempi ragionevoli ma compatibili con il valore della vita e della salute. Il settore energetico ha in particolare sviluppato tecnologie già ora disponibili per realizzare, a parità di energia prodotta, un sensibile minor impatto ambientale e sanitario di quello fin qui realizzato.

L’Ordine sollecita altresì la Regione Puglia e la ASL Brindisi a dare pronta attuazione al progetto triennale “Valutazione del rischio correlato ad esposizione ad inquinanti” recentemente finanziato col Documento di indirizzo Economico Funzionale del 2009, rendendosi disponibile ad ogni forma di collaborazione. L’Ordine rivolge alla Regione Puglia un appello perché l’ARPA sia potenziata per poter far fronte alle esigenze di controllo suddette ed il Dipartimento di Prevenzione della ASL Brindisi sia messo in condizione di sviluppare attività di prevenzione anche delle malattie ambientali.

3 novembre 2009

bozza di convenzione

La questione convenzioni energetiche rapidamente sembra avviarsi a conclusione. Già circola, come peraltro riportato dagli organi di stampa, una bozza di convenzione tra Regione, Provincia, Comune ed Enel che delinea in maniera abbastanza dettagliata i punti salienti dell’accordo.
La lettura di questa bozza di convenzione rafforza la nostra delusione ed alimenta la nostra rabbia per quella che si prospetta essere una resa incondizionata dei nostri governanti e quindi del nostro territorio allo strapotere di Enel, che continuerà la propria attività devastante per l’ambiente e la salute dei brindisini.
Cosa emerge da questa bozza di accordo? Innanzitutto che obiettivo dell’accordo è la diminuzione dell’emissione di CO2 e delle emissioni massiche e non quella del carbone ed infatti:
La riduzione del carbone è poco significativa. Essa non è posta come architrave dell’accordo, ma anzi, è una variabile subordinata alla riduzione della CO2 . Infatti Enel si impegna a ridurre nel 2010 le emissioni di CO2 del 5% e per far ciò ridurrà di una quantità X non espressa (in bianco nella bozza) il consumo di carbone. Riduzione presumibilmente pari a questo punto al 5% .
Inoltre, per ottenere un’ulteriore riduzione del 5% delle emissioni di CO2 si utilizzeranno i terreni lungo il nastro trasportatore della centrale di Cerano per la realizzazione di centrali fotovoltaiche e per la coltivazione agroenergetica di biomasse con cui alimentare centrali a biomassa. In definitiva nessuna bonifica dei terreni e nessuna riconversione energetica degli stessi.
Riduzione di NOx (ossidi di azoto), SOx (ossidi di zolfo) e polveri sottili, da ottenersi mediante opere di ambientalizzazione e copertura del carbonile e che di conseguenza non prevedono la diminuzione del carbone.
La rete di monitoraggio di Enel è ceduta ad Arpa, ma una commissione mista con partecipazione Enel, esaminerà i dati: il controllato che agisce anche da controllore.
La comunicazione esterna ai cittadini mediante organi di stampa potrà avvenire solo con comunicati congiunti e preventivamente concordati tra le parti, Enel compresa. In questo modo Enel ha potere di veto su quello che si può dire e far sapere. Una domanda sorge quindi spontanea: i nostri enti locali hanno autonomia e potere sanzionatorio o no?
Ma l’elemento più inquietante e che potenzialmente potrà aggravare la drammatica situazione ambientale e soprattutto sanitaria a danno di tutti è la possibilità di poter bruciare all’interno di Cerano 70.000 tonnellate di CDR, ovvero combustibile da rifiuti. La combustione dei rifiuti produrrà DIOSSINE, FURANI ed IPA sostanze altamente tossiche e cancerogene per l’uomo.
E gli effetti negativi non terminano qui. Consentendo infatti ai territori della provincia che conferiscono i propri rifiuti alle Ato BR/1 e BR/2 di chiudere il ciclo degli stessi bruciandoli, si inibirà il potenziamento della raccolta differenziata e del riciclo che può essere un volano per lo sviluppo, creando occupazione. Inoltre, così come la quantità di carbone bruciata a Brindisi è passata da 2 a 8 milioni di tonnellate, chi ci garantisce che non avverrà lo stesso per la combustione dei rifiuti? E chi ci garantisce che nel ripetersi delle emergenze, vedi Napoli, non si penserà di bruciare tutto a Cerano? In tutta la bozza di accordo non è infatti prevista nessuna sanzione in caso di inadempienza e superamento dei limiti concordati per le emissioni.
In definitiva poche luci e molte ombre in questa bozza di accordo, che in cambio di briciole consegna Brindisi, l’ambiente e la nostra salute nelle mani di Enel. Riteniamo a questo punto urgente una mobilitazione generale della città per respingere questo pessimo e mortifero accordo.