16 novembre 2009

ENEL e la politica degli orrori


Nel cantiere della centrale di Tvn giacciono all’aria aperta cumuli di polveri e sacchi ripieni: con che cosa ha a che fare la popolazione di Civitavecchia?
da www.centumcellae.it

CIVITAVECCHIA – Che cosa accade dentro il cantiere di Torre Valdaliga Nord? Le immagini di cui è entrata in possesso la nostra Redazione, e che pubblichiamo in esclusiva, sono inquietanti e aprono preoccupanti interrogativi. Da giorni, in quello che sembra essere con pochi dubbi il parco nafta della centrale, giacciono infatti cumuli di polveri e voluminosi sacchi ripieni. I cumuli di polvere sono distinguibili in due tipologie: quelli che somigliano molto alle ceneri di una combustione e quelli che a prima vista richiamano una sostanza molto simile allo zolfo; in quantità enorme. Poi ci sono i sacchi, pieni e accumulati uno sopra l’altro, che osservandoli con attenzione rivelano un allarmante particolare: il loro fondo ha un colore scuro, rossiccio, come se fosse imbevuto di una qualche sostanza liquida o addensatasi nel basso, e dello stesso colore, all’apparenza bagnato, risulta il terreno su cui i sacchi sono poggiati, come se la sostanza liquida di cui appaiono imbevuti fosse penetrata nella terra. E ancora, accanto a sacchi e polveri, cumuli di ferraglia arrugginita.
Le ipotesi e le domande che sorgono sono tante. La prima: che sostanze sono quelle polveri ammassate sul terreno e in balia del vento? La seconda: che cosa c’è dentro quei sacchi? La terza: è penetrata qualche sostanza liquida nel terreno? Dopo di che si accavallano varie riflessioni; tali polveri, quand’anche fossero cenere di un semplice braciere da scampagnata, sono esposte all’aria aperta e quindi sicuramente destinate a disperdersi nell’aria, sia dentro il cantiere, dove operano centinaia di lavoratori, sia nel vicino centro abitato: possiamo essere certi che non sono nocive e che nessuno le abbia inalate? Inutile qualsiasi considerazione nel caso in cui anziché cenere di braciere si trattasse di residui della combustione della centrale e di zolfo.
La domanda che in ogni caso si pone tuttavia è la seguente: ma l’Enel non ha sempre e comunque rassicurato cittadini e Governo che mai e poi mai qualunque sostanza sarebbe stata dispersa nell’aria sia nella fase transitoria di realizzazione della centrale che in quella di funzionamento a pieno regime? Non ha sempre parlato di movimentazione di polveri e ceneri in ambienti assolutamente chiusi e depressurizzati? Questa garanzia, vale la pena ricordarlo, è stata messa nera su bianco non solo sulle prescrizioni della Valutazione di Impatto Ambientale ma anche, successivamente, sul Piano transitorio presentato in sede di Conferenza dei Servizi per l’approvazione della nuova Autorizzazione Integrata Ambientale. Cosa ci fanno allora quei cumuli di polveri nel bel mezzo del cantiere? E ancora viene da domandarsi: chi ha movimentato e lì depositato quelle polveri e quei sacchi, lo ha fatto in condizioni di sicurezza? Quali sono state le cautele sanitarie adottate? E sono in condizioni di sicurezza, con l’aria e il vento che senza dubbio disperdono tali polveri nel cantiere, i lavoratori che vi operano ogni giorno? La serie di domande potrebbe continuare a lungo, insieme ai dubbi e alle incertezze che procurano queste immagini. Le quali tuttavia ci lasciano anche una certezza: stavolta ai cittadini è dovuta una risposta; dall’Enel, dal Comune e, sarebbe auspicabile, anche dalla Procura della Repubblica.

Marco Galice

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