29 maggio 2010

SIT-IN A TARANTO

Ilva, ambientalisti contro il sindaco"   Il suo impegno vale un lupino"

Circa 350 persone aderenti al coordinamento di cittadini e associazioni ambientaliste 'Altamarea' hanno partecipato ad un sit-in sotto la sede del Municipio di Taranto per chiedere al sindaco, Ippazio Stefano, di firmare un'ordinanza per il fermo tecnico di una settimana delle cokerie dell'Ilva, in modo da poter verificare quanto gli impianti del siderurgico incidano sulle emissioni di benzo(a)pirene.
Tra i manifestanti, molti giovani con cartelli e striscioni per sensibilizzare i cittadini sui problemi dell'inquinamento.
Non sono mancati momenti di tensione quando il sindaco stava parlando con alcuni giornalisti ed è intervenuto un esponente degli ambientalisti, Alessandro Marescotti, responsabile di Peacelink Taranto, che ha ribadito la necessità di un confronto pubblico sull'argomento. Un altro ambientalista, Fabio Matacchiera, ha consegnato al sindaco un lupino, sostenendo che quello era il regalo della città per quanto fatto finora contro l'inquinamento. Il sindaco è un esponente di Sinistra, ecologia e libertà, il partito del presidente della Regione, Nichi Vendola.
Il coordinamento di 'Altamarea' nei giorni scorsi aveva inviato una diffida al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, chiedendo di "adottare il piano di azione a fronte del rischio di superamento nel 2010 dell'obiettivo di qualità fissato per il benzo(a)pirene in un nanogrammo per metro cubo d'aria, che avrebbe dovuto essere raggiunto a Taranto sin dal primo gennaio 1999".
"Il confronto è bello quando si parla, si discute, e quando quello che si dice è documentabile. Da sindaco ho il dovere di confrontarmi con le istituzioni e gli esperti del settore e non quello di ascoltare acriticamente gli umori della piazza". Così il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, ha replicato, parlando con i giornalisti, alle accuse rivoltegli da alcuni manifestanti che hanno partecipato oggi al sit-in organizzato dal coordinamento 'Altamarea' sotto la sede del Municipio.
Quanto alla richiesta degli ambientalisti di firmare un'ordinanza di fermo tecnico delle Cokerie dell'Ilva per verificare le emissioni di benzo(a)pirene, Stefano ha detto che "non sono le folle che possono chiedere aspetti tecnici nè il sindaco può esprimere giudizi personali per dire se questa è una buona o cattiva protesta perchè commetterebbe un libero arbitro, commettere un abuso". "Quando ho letto sui giornali la proposta di Altamarea - ha aggiunto Stefano - ho scritto alla massima autorità che è il preside della Facoltà di Ingegneria per chiedere se quella strada era percorribile o quali fossero le conseguenze di quella eventuale decisione".

Benzo(a)pirene: non è una medicina, ma uno 
dei più potenti cancerogeni Sconcertante comportamento del Sindaco di Taranto. Altamarea esprime grande delusione
Non ha voluto rispondere alle domande in piazza di fronte ai cittadini e ha convocato i giornalisti separatamente senza la presenza dei manifestanti per non sostenere il confronto.
Esprimiamo grande delusione e sconcerto per il comportamento del Sindaco di Taranto che non ha voluto confrontarsi pubblicamente con i cittadini che si erano riuniti sotto il municipio e che avevamo manifestato in modo pacifico e costruttivo assieme ad Altamarea.
Noi chiedevamo un pubblico confronto condiviso in cui ci fossero contemporaneamente i cittadini, i giornalisti e lui. Ma ha più volte tentanto incontri separati pur di non sostenere il pubblico contraddittorio. Il sindaco ha avuto imbarazzo a confrontarsi in piazza con i cittadini alla presenza dei giornalisti. Infine alle 12.20 è sceso e ha dichiarato di non voler rispondere alle domande in un pubblico dibattito.
Tutto questo è stato uno spettacolo che ha creato profondo sconcerto e delusione nei presenti e non è degno di un sindaco che voglia godere di un ampio sostegno dei cittadini.
Chi vuole il sostegno dei cittadini deve confrontarsi pubblicamente con i cittadini stessi anche quando manifestano e deve rispondere alle domande che vengono poste. Perché il Sindaco non vuole rispondere alle domande in un pubblico contraddittorio?
Lo invitiamo in un pubblico confronto in TV dato che non lo ha voluto sostenere in piazza.
Se ci tiene ad un dialogo stringente e documentato sui dati scientifici dell'inquinamento noi siamo pronti per farlo: e lui è pronto?
Per Altamarea
Luigi Boccuni
Alessandro Marescotti

 

Perché a Taranto si manifesta davanti al Municipio

Benzo(a)pirene cancerogeno oltre i valori previsti dalla legge. Scatta la mobilitazione. Ecco le richieste di Altamarea, il coordinamento di cittadini e associazioni
29 maggio 2010 - Alessandro Marescotti
Benzo(a)pirene: non è una medicina, ma uno 
dei più potenti cancerogeni Lo scorso 16 aprile l'Arpa ha comunicato i dati preoccupanti del benzo(a)pirene rilevati nel quartiere Tamburi. Questo pericoloso cancerogeno aveva nuovamente sforato il valore medio annuale di 1 nanogrammo a metro cubo.Benzo(a)pirene: non è una medicina, ma uno dei più potenti cancerogeni.
A quel punto abbiamo avvertito la necessità di convocare una manifestazione senza attendere il prossimo novembre.
Una manifestazione che avesse solo due punti:
1) ordinanza per fermare le emissioni di benzo(a)pirene della cokeria;
2) la richiesta di risarcimento per i danni ambientali.
E abbiamo deciso di indire un sit-in davanti al palazzo del Sindaco.
Ma perché abbiamo deciso di presentaci davanti al palazzo del Sindaco?
Perché il Sindaco è il primo responsabile della tutela della salute dei cittadini. Il Sindaco è il primo che deve intervenire se qualcosa minaccia la salute dei cittadini. Il Sindaco è infatti Autorità sanitaria locale e ha poteri molto efficaci che sono specificati nell'art. 117 del Decreto Legislativo 112/1998.
Il Sindaco deve garantire ai cittadini il diritto a respirare aria pulita.
Quindi abbiamo pensato che fosse legittimo chiedere un'ORDINANZA PER RESPIRARE. Abbiamo chiesto che venga effettuato
- un fermo tecnico della cokeria (fattibile, sulla base delle BREF);
- le misurazioni del benzo(a)pirene a cokeria ferma;
- un'ordinanza del sindaco di fermo permanente della cokeria se le misurazioni confermassero che tale impianto fornisce un apporto determinante allo sforamento del livello di 1 nanogrammo a metro cubo che per legge non si dovrebbe superare.

Per noi il rifiuto dell'Ilva di effettuare il fermo tecnico è la conferma che l'azienda non si vuole sottoporre alla prova della verità. Rifiutandosi di consentire le misurazioni a cokeria ferma, l'Ilva nega la possibilità di far accertare all'Arpa di quanto l'aria del quartiere Tamburi diverrebbe più respirabile a cokeria ferma.
Se l'Ilva avesse adottato, come dice, le migliori tecnologie disponibili, si sottoporrebbe di buon grado ad una tale “prova della verità”. E se i dati emersi nella prova tecnica risultassero confortanti per l'azienda, non ci sarebbero i margini per emanare un'ordinanza sindacale.
Ma se di dati del fermo tecnico confermassero la nostra ipotesi, l'ordinanza del sindaco sarebbe inevitabile.
Il sindaco rappresenta la comunità locale e deve farsi interprete delle buone ragioni dei cittadini.
Era urgente agire subito e questo abbiamo fatto lanciando la proposta del “fermo tecnico” e la richiesta di un fermo permanente della cokeria con un'apposita ordinanza nel caso in cui le misurazioni avessero avvalorato la nostra ipotesi.
Abbiamo lanciato la nostra iniziativa sull'onda dell'urgenza, senza attendere di poter predisporre palchi o affiggere manifesti. La tempestività dell'azione ha prevalso su ogni cosa, ben sapendo che ogni nostro ritardo si sarebbe tradotto in un danno per tutti.
Ben sapendo che ogni mese muoiono cento persone per cancro fra Taranto e provincia.
Il tempo per preparare la manifestazione era pochissimo e abbiamo sfidato il caldo di un sabato di fine maggio.
In noi ha prevalso l'esigenza di passare all'azione, forti del consenso di cui gode Altamarea e indipendentemente dal numero di persone che in così poco tempo saremmo riusciti a mobilitare.
Siamo infatti convinti che una larghissimo consenso della comunità ci sostiene quando sono in gioco i valori supremi della vita e della salute dei cittadini.
Lanciare questa manifestazione è stata cosa saggia ed efficace.
Le reazioni sono venute quasi subito e i primi risultati sono stati raccolti.
Infatti il Consiglio comunale di Taranto si è riunito e ha approvato un ordine del giorno con il quale si impegna il Comune ad adottare provvedimenti, tra i quali l’azione civile, per esigere dall’Ilva il risarcimento per i danni ambientali procurati dalla fabbrica siderurgica. Su questa strada intrapresa si dovrà vigilare con molta attenzione perché non si compiano passi sbagliati. Ma è un fatto importante che il Consiglio Comunale abbia agito dopo che Altamarea aveva indetto questa manifestazione che aveva come obiettivo il risarcimento danni per la città.
Noi abbiamo sostenuto che il ritiro della costituzione di parte civile da parte della Di Bello non avesse precluso alcuna azione risarcitoria in sede civile. E avevamo ragione. Il Consiglio comunale si è riunito proprio su questo. Ciò conferma il fatto che il solo annuncio della manifestazione ha avuto un'efficacia straordinaria nel rimettere in movimento la situazione.

Anche sul versante delle emissioni di benzo(a)pirene la nostra richiesta di un'ordinanza ha smosso le acque.
Dell'annuncio della nostra manifestazione se ne sono accorti in tanti.
In primo luogo l'Ilva, che si è affrettata a inondare le TV locali di spot pubblicitari per dire che non inquina.
L'Arpa ha dichiarato di poter elaborare per il 31 maggio una prima mappa delle emissioni di benzo(a)pirene.
Un tavolo tecnico era stato annunciato per il 28 maggio ed è stato posticipato al 7 luglio.
Tutto questo fermento solleverà una forte attenzione sulla sentenza della Cassazione: il processo per l'inquinamento della cokeria Ilva è infatti arrivato al suo compimento definitivo a metà giugno.
E nel frattempo abbiamo lanciato, assieme al pressing sul Sindaco, una documentata diffida alla Regione Puglia perché adotti urgentemente, nell'ambito delle sue competenze, un piano di azione che preveda ogni tipo di misura finalizzato a ridurre drasticamente le emissioni di benzo(a)pirene fino a prevedere, nel caso non si individuino misure tecnicamente idonee ed efficaci, anche la sospensione dell'attività della cokeria dell'Ilva.

"...mi piace parlare con voi..." (M.Ferrarese)

26 maggio 2010

PRONTI AD UNA GRANDE MANIFESTAZIONE ?


Lavoro e Salute: due diritti inviolabili ma che a Brindisi rappresentano due emergenze. 
Era questo il tema dell'incontro che si è svolto ieri presso l'Auditorium del Museo provinciale di Brindisi. Un incontro voluto dalle associazioni ambientaliste "storiche" che nel corso della manifestazione hanno preannunciato una grande manifestazione per il 19 Giugno
Il sindaco Mennitti dichiara: “L’Amministrazione comunale ha il dovere di essere insieme a voi. E questo accadrà fino a quando io sarò il sindaco di questa città. Dobbiamo continuare su questa strada ed è quindi necessario partecipare a questa manifestazione”
"Una manifestazione contro nessuno ma a favore di tutti"  continua Michele Di Schiena di Legambiente.
Queste due dichiarazioni hanno lasciato un po' perplessi i membri del comitato cittadino No al Carbone, anch'essi presenti al dibattito, e che sanno bene quali sono i mali della città contro cui bisogna protestare (era contro il carbone dell' Enel  la manifestazione organizzata dal gruppo il 23 Dicembre scorso e che ha visto scendere in piazza oltre 5000 cittadini, una protesta importante riuscita nonostante la pochezza dei mezzi. Una protesta storica per Brindisi nonostante il sindaco e tutte le sigle sindacali abbiano disertato l’evento). 
Poi il dibattito continua: "Una Brindisi migliore che non deleghi più a nessuno il suo futuro, una Brindisi che non è più in vendita"  , 
è stato questo il leitmotiv della serata ed è stato importante registrare il no secco da parte di tutte le istituzioni al Rigassificatore. Ma questo non basta per Brindisi e la sua provincia. Bisogna che il sindaco (che tra l’altro ha usato parole molto critiche ieri nei confronti  del contro-info point della LNG!!!) prenda una decisione chiara sul carbone, e bisogna che lo faccia subito. E’ necessaria una riduzione drastica del carbone bruciato a Brindisi (i quasi 9 milioni di tonnellate annue sono inaccettabili). Lo stesso dovrebbe fare il presidente della provincia Ferrarese. Però mentre Mennitti  dichiarava  che “Le convenzioni non sono né un miracolo né una legge” Ferrarese pronunciava : ” possiamo lottare per il controllo delle emissioni  ma non possiamo entrare nel merito della quantità di carbone bruciato”
Francamente tutte dichiarazioni abbastanza sconcertanti. 
Mentre andava via dall’incontro in uno scambio di opinioni col gruppo No al carbone, il presidente ha approfittato per sottolineare tutto il suo rammarico per il grande manifesto esposto all’aereoporto che dava il benvenuto ai turisti “nella città del carbone”. 

Purtroppo signor presidente per avere visibilità a volte bisogna dire la verità anche se è triste e scomoda .

g.d.g

23 maggio 2010

FESTIVAL DELL' ENERGIA (LECCE)

Il Festival diverte poco se la pizzica è “nucleare”
(Fonte  www.ilpaesenuovo.it  Domenica 23 Maggio 2010)

Lecce (salento) - Gli ospiti politici snobbano l’iniziativa organizzata da Airis in collaborazione con Assoelettrica e Federutility. La Regione ribadisce i suoi “no”, mentre De Masi la elogia e spiega: “Per eolico e fotovoltaico siamo primi”. Con ambientalisti e salutisti anche gli stessi relatori pugliesi ieri sera hanno deciso di andare a fischiare sotto il palco allestito in piazza Sant’Oronzo sul quale si è esibito Ambrogio Sparagna.
(Pierpaolo Spada) - Flop sul palco, dentro e fuori il festival dell’Energia. Soprattutto se per convincere la gente ad aprire le orecchi per ascoltare quanto conveniente sia il nucleare si utilizza pure la pizzica. Il Salento fischia sonoramente. Gli organizzatori ci hanno provato, ma l'esperimento di fusione ‘pizzica nucleare’ ha dato esito positivo. La gente non balla, ma, per fortuna, reagisce. Come quei relatori pugliesi invitati al festival che, dissentendo dalla spinta nucleare che da corpo al festival, hanno indossato mascherina, impugnato bandiera, e si sono recati sotto il palco con gli ambientalisti per protestare: contro il nucleare e contro l’invasione selvaggia di impianti per la produzione di energie rinnovabili.
Bastava affacciarsi qualche minuto in piazza Sant’Oronzo, ieri sera, per verificare quanto silenzioso il concerto di Ambrogio Sparagna, ex maestro dell’orchestra della Notte della Taranta, si sia rivelato alle  orecchie dei più. Pochissima gente vicino al mega palco allestito di fronte a numerosi banchetti informativi del festival. A margine, ma nemmeno tanto, un folto gruppo di cittadini per nulla decisi a far transitare da Lecce indisturbatamente il clou del mondo dell’energia impegnato da giorni in un'azione di sensibilizzazione dell'opinione pubblica su uno dei temi che la Puglia ha respinto a priori. Il nucleare. Lo sa bene il presidente della Regione, Nichi Vendola, che grazie a questa sua presa di posizione ha ottenuto in termini di voti un  contributo non indifferente da tutti coloro che anche prima di lui la pensavano allo stesso modo. E infatti, la Regione davanti ai pressanti tentativi di parlare di nucleare è salita in cattedra è lo ha ribadito forte, per voce della vicepresidente e assessore allo Sviluppo Economico, Loredana Capone. Ma non basta. Il giorno dopo si è ripreso tranquillamente a parlare. La forte concentrazione mediatica intorno all’evento sta oltretutto creando una cassa di risonanza realmente incisiva, e di fronte alle cui onde difficilmente ci si riesce a sottrarre. Tv, radio, giornali. Per mettere in disparte chi dissente, si è pensato addirittura di etichettare il volto di chi dice “no”, non senza esprimere rilevanti discriminanti che, come dicevamo ieri, confondono sul contenuto stesso di ciò di cui si sta parlando. A chi non piace il nucleare? Si leggeva ieri mattina: poveri, anziani, donne e giovani. Restava da disegnare un manifesto con i volti e il dito puntato, all’esatto opposto di come dovrebbe avvenire con le centrali nucleari. E invece, anche i poveri tornano alla ribalta, se da difendere c’è il nucleare. Sono loro i colpevoli del ritardo sul nucleare, come i giovani e le donne. Così si sta rifilando il nucleare alle persone. Mettendole sui giornali e attribuendo loro tutta la responsabilità di un ritardo che, dicono, ora si può solo recuperare col nucleare. Roba da Festival, appunto. Roba da strategie sottili e spigolose che mirano dritte a filtrare nella testa delle persone concetti rispetto ai quali si è fatto un grande passo avanti. Come lo si è fatto certamente per il rinnovabile, puramente inteso: eolico, fotovoltaico e biomasse. Ma in questo, caso, l’accusa che le associazioni rivolgono anche alla Regione è di aver concesso autorizzazioni oltre il dovuto.
Nessuno attacca a priori il valore del rinnovabile. Anzi, più di quanto atteso, apprezzamento ha suscitato l’intervento ieri dall'amministratore delegato di Italgest, paride De Masi che ha elogiato le politiche  regionali e messo sul tavolo un po’ di numeri, tutti ovviamente a supporto alla Green Economy: “Negli ultimi cinque anni in Puglia sono stati investiti quasi 565 mld di euro, destinati soprattutto all'innovazione alla ricerca capaci di creare nuova occupazione. E almeno altri 5 ne saranno investiti nei prossimi 5 anni. Ad oggi sono stati creati più di 30mila posti di lavoro”. La Puglia è prima sia per eolico che per fotovoltaico: 1200 mega watt installate nel primo caso, più di 200 nel secondo.
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"ENERGIA? NO.
E' SOLO IL FESTIVAL DELLE LOBBY".
Un Festival che vede tra l'altro tra i sostenitori accanto a Enel, Edipower e altre multinazionali anche associazioni come LEGAMBIENTE  e AMICI DELLA TERRA...


22 maggio 2010

PRONTI A FIRMARE LE CONVENZIONI TRA QUALCHE SETTIMANA

L'accordo sul passaggio in mano pubblica della rete di monitoraggio è quinquennale. Le società pagheranno i costi di gestione e di manutenzione. A giorni la firma
Ad Arpa le centraline Enel ed Edipower: i dettagli dello schema di convenzione
di Rinaldo Guerra »  www.brindisireport.it  22 maggio 2010

BRINDISI – Di fatto, si tratta di una svolta. Secondo lo schema della convenzione che sarà presto firmata con Comune e Provincia , Enel ed Edipower cederanno le loro centraline di rilevamento della qualità dell’aria all’Arpa, e a provvedere ai costi di gestione saranno proprio le società termoelettriche. Le basi dell’accordo, che prevede una durata quinquennale, erano state gettate dalla Provincia di Brindisi ai tempi della giunta Errico. Oggi, tutte le parti in questione si dicono pronte a firmare la convenzione (se ne dovrebbe parlare tra qualche settimana). Una svolta, perchè finora erano queste ultime a controllare i valori di Pm10, So2 e No2 forniti dai loro apparecchi.
Lo schema di convenzione approvato dalla giunta comunale con una delibera del 19 maggio, è chiaro: Edipower affiderà in gestione cinque centraline (cedendo all’Arpa anche 25mila euro di costi di gestione più altri 13mila per la manutenzione), mentre altrettante saranno quelle fornite dall’Enel (spesa di 26mila euro, e anche in questo caso 13mila euro di manutenzione).
EDIPOWER – Le centraline Edipower sono situate a Cerano Villanova Nuova, Tuturano (in contrada Flaminia), e nei quartieri di Brindisi Centro, La Rosa e Casale.
Proprio quest’ultima dovrebbe essere ricollocata in un sito più rurale (probabilmente, all’interno dell’area protetta di Torre Guaceto). Poi, quella del Centro-Bastioni San Giorgio dovrebbe finire nel territorio di Carovigno, comune che rientra nell’area a rischio di crisi ambientale di Brindisi.
ENEL – Per quanto riguarda Enel, invece, la società cederà le cinque centraline chimiche di Tuturano, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, Surbo e Lendinuso. Rimarrà invece ad Enel l’unica centralina meteo, collocata nell’area interna alla centrale di Cerano. L’Enel, tra l’altro, avrebbe anche chiesto di poter partecipare alla validazione dei dati con uno staff di propri tecnici.
ARPA – Quale sarà il compito dell’Arpa? L’agenzia regionale per la prevenzione e la protezione ambientale dovrà: acquisire i dati orari, provvedere all’analisi, alla validazione e all’elaborazione dei dati, emettere report mensili, e gestire attività di manutenzione, attraverso l’assegnazione dell’attività manutentiva mediante procedure esterne ad una ditta specializzata.

20 maggio 2010

VENERDI' DI PROTESTA

Nel Maggio 2009, in seguito ad un'indagine del Corpo Forestale dello  Stato, è stato scoperto che i rifiuti provenienti dalla centrale a carbone di Brindisi Sud - Cerano (ceneri tossiche e altri materiali  pericolosi) venivano smaltite illegalmente in Calabria.
  Disastro ambientale e associazione a delinquere
 finalizzata val traffico illecito di rifiuti pericolosi  

sono stati i reati ambientali che hanno portato all'arresto di 10 persone, tra cui anche dipendenti e dirigenti dell'Enel.
La complessa attività investigativa, ha accertato, che i rifiuti, classificati come pericolosi, venivano trasformati con certificati di analisi insufficienti in rifiuti non pericolosi ed avviati apparentemente a recupero per la produzione di laterizi. 

Nel 2006 e nel 2007 sono state circa 100mila le tonnellate di rifiuti smaltiti illecitamente, per un profitto di oltre 6 milioni di euro l'anno, rispetto alla spesa stimata per lo smaltimento del materiale in discariche idonee.

   Il 25 Settembre prossimo si tornerà in aula.
 Speriamo che si arrivi alla verità e non scattino le prescrizioni per scadenza dei termini come  spesso accade nei processi brindisini vedi la prescrizione per la dirigente inglese  Yvonne Olwen Barton, “Lady Gas” a capo della LNG all’epoca in cui, la società britannica versò la somma di 360 milioni di lire per finanziare la campagna elettorale del Sindaco Giovanni Antonino in cambio di un paio di autorizzazioni per l’impianto di rigassificazione.

 
  VENERDì 21 ALLE ORE  10:30  
            A TORCHIAROLO
LA SALA VALESIUM DEL MUNICIPIO OSPITERA'
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE NICHI VENDOLA
IL SOTTOSEGR. MANTOVANO
E IL PREFETTO DI BRINDISI


PER RICORDARE CHE ESISTE ANCHE UNA MAFIA INDUSTRIALE E SOPRATTUTTO PER RICORDARE AL PRESIDENTE VENDOLA CHE IL CARBONE A BRINDISI  
NON E' SOLO UN' EMERGENZA MA UNA PRIORITA'
IL GRUPPO NO AL CARBONE PRESENZIERA' ALL'INCONTRO "PROTESTANDO SILENZIOSAMENTE"
INDOSSANDO LE MAGLIETTE "NO AL CARBONE"
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      VENERDì 21 ALLE ORE 21:30                      A LECCE

La nostra TARANTA non si tocca e non diventerà mai il simbolo della speculazione energetica e del Nucleare in Puglia! 
PORTA UN FISCHIETTO E FISCHIA ANCHE TU. FISCHIAMO TUTTI INSIEME PER SALVARE IL NOSTRO FUTURO! UNA CONTESTAZIONE PACIFICA CONTRO LO SFRUTTAMENTO DELLA NOSTRA MUSICA POPOLARE SALENTINA DA PARTE DEL FESTIVAL DELL’ENERGIA! 
Un sonoro e infernale dissenso fatto di fischi assordanti!
Ora basta è stato raggiunto il limite. Tutto si ma questo proprio non lo possiamo tollerare! Quest'anno uno dei temi trattati dal festival sarà il NUCLEARE!

Venerdì 21 maggio 2010, in Piazza Sant’Oronzo a Lecce, dalle ore 21.30 alle ore 24.00, Concerto per il Festival dell’Energia “Taranta d’Amore” - Ambrogio Sparagna - Orchestra Popolare Italiana. Naturalmente i musicisti non centrano nulla in questa assurda storia, loro fanno solo il loro lavoro. E' inaccettabile però che si usi la pizzica come mezzo propagandistico per veicolare e plagiare le menti. 

Appello a tutto il Salento: impediamo con una manifestazione di pacifico dissenso, con forme gandhiane di protesta e di fermo ‘No’, che la nostra musica popolare, che la nostra Pizzica, sia offesa, sporcata e piegata a vili propositi, e con lei la nostra cultura millenaria tutta, nella assurda e agghiacciante kermesse del Festival dell’Energia a Lecce!

Porti ciascuno da casa un fischietto di creta o di qualsiasi altro materiale. Un sonoro infernale dissenso fatto di fischi assordanti. Si fermi quest’oltraggio e si salvi con la Pizzica, la Taranta e l’Amore, il nostro Salento ed il nostro Futuro!

Quest’anno, però, si è toccato il fondo con l’uso di un nostro simbolo, simbolo di cultura, identità: la musica popolare, la pizzica, simboli di riscatto e di indipendenza, di crescita sana e di vita, per associare al Salento, un futuro di devastazione industriale che nessun salentino libero potrebbe mai accettare e condividere!

Diciamo così ‘No’ al Nucleare e all’uso del Grande Salento, delle provincie di Brindisi, Lecce e Taranto per produrre altra energia in forme industriali, da qualsiasi fonte, sempre e comunque ad alto, altissimo impatto ambientale! Già produciamo ben oltre il locale fabbisogno energia elettrica, contro ogni buon principio ecosostenibile di federalismo energetico!

All'iniziativa hanno gia aderito 60 associazioni tra cui:
Lilt (Lega Italiana Lotta Tumori Lecce)
Forum Ambiente e Salute Lecce
Italia Nostra

e..Tutti i Comitati spontanei nati ovunque nel Salento!




FORUM AMBIENTE E SALUTE

19 maggio 2010

LA GRANDE FUGA IN CASO DI ESPLOSIONE

CHE BRINDISI E LA SUA PROVINCIA SIANO AD ELEVATO RISCHIO AMBIENTALE LO SAPEVAMO MA DALLA STAMPA DI OGGI APPRENDIAMO CHE ESISTE UN OPUSCOLO, PRODOTTO DAL COMUNE DI BRINDISI E DALLA PREFETTURA, CHE INDICA  COSA FARE  IN CASO DI CATASTROFE AMBIENTALE. 
TALE OPUSCOLO PERO' NON E' STATO DISTRIBUITO A TUTTI I CITTADINI, I QUALI INSIEME ALLE ISTITUZIONI CONTINUANO AD ESSERE IMPREPARATI IN CASO DI INCIDENTE.

dal "nuovo Quotidiano di Puglia" del 19/05/2010

Non sono in molti ad esserne entrati in possesso, ma esiste un opuscolo che fornisce pratici consigli da tener presente in caso in caso di incendi rilevanti, dovuti proprio ad attività industriali. Secondo l'opuscolo di Comune e Prefettura, le aziende all'indice sono: Polimeri, Basell, Chemagas, Sanofi Aventis e Costiero Adriatico.
In quest'ultimo caso vengono indicate come sostanze che possono causare incidenti rilevanti il propano, il gpl, il butano e il propilene.
Cosa fare se ci si trova al chiuso?
L'opuscolo lo indica chiaramente:
CHIUDERE PORTE E FINESTRE OCCLUDENDO SPIRAGLI CON PANNI BAGNATI;
CHIUDERE LE FESSURE E LE PRESE D'ARIA CON PANNI BAGNATI O NASTRO ISOLANTE;
CHIUDERE IMPIANTI TERMICI, ELETTRICI O DEL GAS;
FERMARE GLI IMPIANTI DI VENTILAZIONE DELL'ARIA;
SE SI AVVERTE LA PRESENZA DI ODORI PUNGENTI O SENSO DI IRRITAZIONE, PROTEGGERE BOCCA E NASO CON PANNI BAGNATI E LAVARSI GLI OCCHI;
SPEGNERE OGNI TIPO DI FIAMMA;
ACCENDERE UNA RADIO A BATTERIE PER AVERE NOTIZIE SULL'ANDAMENTO DELL'EMERGENZA; PRESTARE ATTENZIONE AL SEGNALE DEL CESSATO ALLARME.
E cosa non fare?
Non usare il telefono se non per casi di soccorso sanitario urgente, non fumare, non andare a prendere i bambini a scuola, non recarsi sul luogo dell'incidente.
Per quanto riguarda invece i consigli per l'emergenza con segnale di evaquazione, si deve: seguire le vie di fuga indicate,seguire le istruzioni degli addetti all'emergenza, prelevare dalla propria abitazione o dal luogo che si deve abbandonare solo lo stretto necessario come medicine, denaro e preziosi. Infine ecco una cosa da non fare: non prendere la propria auto se c'è a disposizione il mezzo previsto per l'evaquazione, non allontanarsi dalla propria abitazione o dal luogo che si deve abbandonare senza precise istruzioni, non prendere suppellettili o altre cose inutili.

18 maggio 2010

L' ENERGIA SPIEGATA (MALISSIMO)


In occasione del Festival dell'Energia Spiegata (malissimo), kermesse di imbonimento collettivo di massa, voluta da Confindustria e classe politica miope, il Forum Ambiente e Salute, assieme alle decine di associazioni e alle centinaia di cittadini salentini e non, è pronto per dichiarare pubblicamente attraverso iniziative di gandhiana sensibilizzazione il proprio fermo dissenso verso la politica energetica di sfruttamento irresponsabile e di chiaro stampo neo-coloniale a discapito di tutte le genti del Salento.

La natura argomentativa del Festival quest'anno in continuità con le precedenti edizioni dimostra ancora di più la sua essenza diabolico-imbonitrice tra concerti, giochi e mostre di varia specie 
(ossequiosi alla regola populista del panem et circenses ) si celano le vere intenzioni degli orchi lobbistici dell'energia, ovvero far passare concetti terrificanti, anti-umani e anti-scientifici, miranti ai soli fini speculativi, arraffa soldi e abbindola stolti, quali l'aberrante visione a favore dell'energia nuclearea favore della bontà dell'energia fossile, tutto ciò al fine di degradare l'intero Grande Salento (Taranto, Brindisi e Lecce) a mera colonia energetica d'Italia e, forse, d'Europa, dove produrre a danno dei salentini l'energia da esportare contro ogni sana logica di ottimizzazione delle riosrse in altre regioni d'Italia. Questo a partire da qualsiasi fonte possibile in primiscombustibili fossili (gas, carbone, petrolio ), nucleare, biomasse (solide, liquide, gassose) e incenerimento di rifiuti, ma anche da fonti rinnovabili quali il sole e il vento con forme industriali paradossali e invirtuose di mega-eolico e mega-fotovoltaico che distruggono ambiente e paesaggio e offendono la vera filosofia delle stesse rinnovabili.

Per capire le reali intenzioni dei lobbisti dell'energia questi sono alcuni titoli degli incontri in programma durante questa edizione del festival.


L’uso pulito dei combustibili fossili
Nucleare? Sì, grazie?
Nucleare, vincere la paura con la ragione?
Nucleare: quali tecnologie per quale mercato?


Di certo nello scempio generale le nefandezze non vanno mai da sole! Attraverso un massimo esempio di immonda immoralità oltre che di faccia di bronzo che sottende i contenuti del festival verrà presentato uno spettacolo dal titolo "Il mistero dell’acqua scomparsa" sulla difesa dell'acqua, prodotto e sponsorizzato addirittura dalla Coca Cola, multinazionale di bevande gassate sostitutive dell'acqua propinatrice e responsabile di politiche commerciali immorali, aberranti e inumane soprattutto nei paesi dell'Africa proprio a danno dell distribuzione pubblica e leggittima di acqua verso quelle popolazioni e per tali politiche la Coca Cola è stata sanzionata da organismi nazionali e internazionali!
Esprimiamo tutta la nostra indignazione e sconcerto sapendo che degli enti pubblici quali Provincia, Regione e Commune si siano resi, più o meno dolosamente, complici di questo mefistofelico disegno di distruzione speculativa del nostro futuro quotidiano. Quest'anno l'oltraggio ha raggiunto un livello non più accettabile alla luce delle innumerevoli mobilitazioni popolari che ovunque sono scoppiate e stanno scoppiando al fine di fermare le centinaia di progetti di energie rinnovabili selvagge industriali da biomasse, eolico e fotovoltaico già autorizzate o in via di autrorizzazionbe in tutto il salento, e alla luce dell'offensivo uso strumentale della musica popolare e della nostra pizzica pizzica piegata a questi sporchi loro fini. 
Il Forum chiede che non sia più prodotta in Puglia energia superiore al locale fabbisiogno alla luce del grave impatto sull'ambiente che qualsiasi tipologia di produzione energetica soprattutto se sprogrammata e speculativa oltre che imposta dall'alto e non condivisa coi cittadini comporta
chiediamo la moratoria di tutti gli impianti industriali di mega eolico mega fotovoltaiioco e di biomasse in via di autorizzazione o in custruzione nel Salento
chiediamo che si sostituisca questa politica lobbista e industriale dell'energia con una politica di incentivazione dell'autoproduzione con piccoli impianti di energia rinnovabile diffusi su tutti i tetti ( in particolare la tecnologia di fotovoltaico) e tettoie di strutture preesistenti ( ovvero tante, tantissime superfici disponibili in tutto il Salento e biologicamente morte ) a vantaggio delle famiglie delle piccole aziende e dell'ambiente, dato il basso impatto di questa soluzione e la poossibilità di svinvcolare i privati dal giogo schiavizzante delle multinazionali dell'energia.
Chiediamo infine che non si tenga in piazza del patrono leccese S. Oronzo il concerto di pizzica e musica popolare previsto in seno al festival dell'energia per il giorno 21 alle ore 21.30, da qui la proposta nata dal gruppo Biocontestiamo e subito accolta dal Forum, e che estendiamo a tutti i salentini e a tutti i comitati, affinche si occupi in quell'occasione pacificamente e gandhianamente la piazza portando ciascuno da casa un fischietto di creta, o altro materiale, o altro mezzo sonoro per impedire che con la morte dei valori più profondi di riscatto sociale insiti nella pizzica muoia anche tutto il nostro Salento e la nostra qualità di vita e salute nonché la piacevolezza di esistenza in questo splendido territorio se si dovesse mai realizzare, il fato ce ne scampi, l'aberrante progetto che questo festival, in maniera ormai non tanto celata, sottende ovvero quella espressamente dichiarata di farne un laboratorio della produzione di energia in ogni forma possibile.

Noi salentini non siamo le cavie di nessuno, ne tanto meno gli schiavi di chi crede che questa terra sia una colonia da sfruttare e martoriare  ancora.


17 maggio 2010

FESTIVAL ENERGIA: VENERDì LA PROTESTA DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE

Venerdì 21 Maggio 2010 a Lecce durante il Festival dell'Energia

Le associazioni organizzatrici di questa iniziativa riunitesi a Brindisi nei giorni scorsi sono convinte del carattere provocatorio del tema proposto quest’anno dalla Festa dell’Energia, in programma a Lecce dal 20 al 23 maggio, che parla della necessità di convincere le popolazioni “resistenti” delle buone decisioni del Governo sul tema dell’energia. “Questa festa – fanno sapere i responsabili delle associazioni - è di fatto diventata un’operazione di marketing e di formazione del consenso tanto cara al governo. Basti pensare a quanto recentemente affermato da Berlusconi in tema di nucleare: “ dopo la decisione di costruire le centrali nucleari adesso è necessario convincere le popolazioni della bontà della scelta del nucleare.” Ci si preoccupa di convincere le popolazioni, ma se ciò non dovesse bastare arriverà l’esercito a difendere i siti individuati per le centrali definiti di interesse nazionale , così come nuove leggi permettono di fare .Alla faccia della Democrazia !!!” Le associazioni concludono così: “saremo in Piazza a Lecce per lottare contro le imposizioni ed i ricatti realizzati da parte delle maggiori società elettriche nazionali, che sono le vere organizzatrici di questo appuntamento, sui nostri territori già pesantemente colpiti dalle devastazioni

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO Forum Ambiente e Salute di Lecce, Coordinamento Regionale Antinucleare Salute–Ambiente-Energia, Greenpeace Taranto , Taranto Futura , Taranto Libera, Coordinamento No Biomasse ed Inceneritori della Bat , Medicina Democratica Brindisi , Salute Pubblica- Brindisi, Puglia Antagonista –Brindisi , Forum Ambiente e Sviluppo- Ostuni.

16 maggio 2010

ALLERTA COKERIE "ALTA MAREA" DIFFIDA VENDOLA

da La Gazzetta del Mezzogiorno del 15/05/10
«Adotti il piano per limitare le emissioni» 
Una diffida al presidente Vendola sulla questione cokerie dell’Ilva e cambia la strategia degli ambientalisti di «Altamarea». A due settimane dalla marcia organizzata sabato 29 maggio, i rappresentanti delle associazioni ecologiste chiedono a Vendola di «adottare il “piano di azione” a fronte del rischio di superamento nel 2010 dell’ “obiettivo di qualità” fissato per il benzoapirene in un nanogrammo per metro cubo d’aria, che avrebbe dovuto essere raggiunto a Taranto - ricorda Altamarea - sin dal primo gennaio 1999». Il piano «preveda, nell’im - mediato, ogni misura tecnicamente idonea a limitare fortemente le emissioni di benzoapirene da parte della cokeria dell’Ilva, impianto cui va sicuramente addebitata - scrivono gli ambientalisti - la maggior parte delle emissioni. Nel caso in cui non si individuino misure tecnicamente idonee ed efficaci, occorre sospendere l’atti - vità della cokeria dell’Ilva».
Gli ambientalisti chiedono l’in - stallazione, sotto la supervisione di Arpa Puglia, intorno alla cokeria dell’Ilva e intorno agli altri impianti situati nell’area industriale di Taranto, di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni di idrocarburi policiclici aromatici, di cui il benzoapirene è il componente più pericoloso. Si chiede inoltre di ad adottare un “piano di risanamento della qualità dell’aria”, attivando un sistema di informazione del pubblico. «Vogliamo "forzare" le istituzioni a intervenire sulle aziende affinché rispettino contenuti, strumenti e tempi ben definiti dalle leggi».    «Altamarea sa bene che la situazione di Taranto è estremamente complessa e gravida di conseguenze molto pesanti, ma il sicuro, accertato mancato raggiungimento dell’ “obiettivo di qualità”, stabilito per il benzoapirene, non può essere sottaciuto o considerato irrilevante o ininfluente sulla salute dei cittadini. Il costante “sforamento” dell’ “obiettivo di qualità” di un nanogrammo per metro cubo d’aria per il benzoapirene, è ormai un fatto notorio, ampiamente provato e persino “certificato” dalle rilevazioni dell’Arpa».    «Dovendo intervenire sulla principale fonte di queste emissioni cancerogene e mutagene,   non c’è alcun dubbio che si deve intervenire innanzitutto proprio sulla cokeria dell’Ilva, la principale fonte delle emissioni di questo micidiale inquinante. Essendo pertanto assolutamente indispensabile rispettare l’ “obiettivo di qualità” stabilito per il benzoapirene, non c’è alcun dubbio che devono essere immediatamente adottati tutti i provvedimenti necessari a contenere siffatte illecite emissioni - conclude la nota di Altamarea - nell’area urbana di Taranto. Il Gruppo Riva, che ha acquistato dallo Stato, ad occhi aperti e per “quattro soldi”, il Centro siderurgico di Taranto, non può tirarsi ora indietro rispetto agli investimenti necessari per risanare seriamente la cokeria di Taranto, cosa che la Regione Puglia dovrà richiedere ed ottenere».

13 maggio 2010

INQUINAMENTO KO ECCO LA BOZZA DELL'ENEL

SVOLTA POSSIBILE NELL'ACCORDO CON LE ISTITUZIONI
da "La Gazzetta Del Mezzogiorno" Mercoledì 12 Maggio

• Sarebbe pronta la bozza delle convenzioni che legherebbe in un accordo le istituzioni locali e le società energetiche insediate sul territorio.    Copertura del carbonile, riduzioni di polveri (-64%), anidride solforosa (-35%) e ossido di azoto (-25%). Tra le ipotesi anche la riduzione dell’emissione di C02. Si otterrebbe attraverso il ricorso al combustibile da rifiuto (cdr). Nella bozza si farebbe riferimento anche alla legge regionale che prevede la possibilità delle aziende che riducono il C02 e inquinanti di avere una percorso «privilegiato» nel rilascio delle autorizzazioni per la costruzioni di impianti fotovoltaici o eolici. Sarà il caso dei terreni nei pressi del nastro trasportatore di Enel? Sarà proprio l’azienda elettrica a realizzarli, sottoscrivendo accordi con Comune, Provincia e Regione? E tra le ipotesi fatte anche quella dell’insediamento di impianti di biomasse e prodotti che utilizzeranno il calore della centrale di Cerano.    Le cosiddette convenzioni avrebbero dovute essere formalizzate e sottoscritte già entro la fine dello scorso anno. Ma intanto sull’argomento corrono voci e presunte bozze di ipotesi. Nient’altro. Non si ha notizia di prossimi incontri ufficiali, nè di ufficiosi. E, intanto, viene costituito il Comitato tecnico delle associazioni degli agricoltori.    «Sette i rappresentanti - si legge in una nota dell’Enel - delle principali associazioni degli agricoltori - Confcoperative, Cia, Coldiretti , Confagricoltura, Ugc Cisl, Associazione Agricoltura Ambiente Italia, Codiamsa - che con rappresentanti di Enel hanno costituito il Comitato Tecnico previsto dall’Accordo Quadro sottoscritto lo scorso mese di febbraio. Tale accordo sostiene l'inte   grazione tra attività agricole ed esigenze industriali lungo la fascia di territorio a ridosso del nastro trasportatore del carbone che dalla zona industriale arriva fino alla Centrale “Federico II” di Brin   disi».    «Sarà compito del Comitato - contiua la nota dell’Enel - elaborare progetti che permettano l’integrazione del nastro trasportatore con il territorio circostante attraverso la realizzazione di una bar   riera arborea e di un programma di riqualificazione e riconversione dei terreni su quali gravava il divieto di coltivazione. L’attuazione di qualsivoglia progetto prevede però, a questo punto, che il Ministero dell’Ambiente provveda a restituire definitivamente i terreni ai loro usi legittimi».    «Già un anno fa - conclude la nota Enel - Arpa e Università di Lecce avevano reso nota la valutazione di rischio sui terreni limitrofi alla centrale Enel di Brindisi indicando la possibilità di un loro utilizzo per la coltivazione a fini non alimentari. Le Associazioni degli agricoltori chiederanno al Presidente della Regione Nichi Vendola un incontro per presentare l’accordo sottoscritto con Enel e intervenire nuovamente presso il Ministero dell’Ambiente per la definizione dell’annosa vicenda».

12 maggio 2010

STOP ALLE CENERI RESIDUE DEL CARBONE

Ceneri volatili nel calcestruzzo? L'edilizia verde USA si interroga

da www.casaeclima.com

In USA stanno uscendo regole restrittive per le ceneri leggere e altri sottoprodotti della combustione del carbone impiegati nel calcestruzzo.
Negli ultimi due decenni, le "fly ash" (ceneri volatili) sono diventate uno dei prodotti più utilizzati nell'edilizia sostenibile in USA, ma questo ora potrebbe cambiare. Infatti, già dall'autunno del 2009, l'EPA (Environmental Protection Agency) sta pensando di emanare alcune regole restrittive che considerano sia le ceneri leggere che altri sottoprodotti della combustione del carbone rifiuti pericolosi. Diversi gruppi industriali e ambientali temono però che questo cambiamento possa compromettere l'industria, la quale utilizza tali materiali per produrre pannelli murari, cemento e mattoni, composti fino al 25% delle ceneri leggere.
Anche in Italia
le ceneri di natura silico-alluminosa, provenienti da centrali elettriche alimentate a carbone, e caratterizzate da proprietà idrauliche o pozzolaniche per il loro contenimento di ossidi di silicio, alluminio e ferro (SiO2, Al2O3, Fe2O3) sono utilizzate nel ciclo produttivo del cemento o come sostitutivi delle argille nella produzione della materia prima. Gli aggettivi “volante” e “pesante” si riferiscono alla tipologia asciutta o umidificata. Nel nostro Paese, le ceneri volanti, ai fini dell'utilizzazione nel calcestruzzo come aggiunte tipo II (aggiunte pozzolaniche o ad attività idraulica latente), devono essere conformi alla UNI EN 450 e provviste di marcatura CE. Mentre quelle conformi alle UNI EN 12620 possono essere utilizzate nel calcestruzzo come aggregato.

Un disastro ambientale alla base del "ripensamento"
La proposta dell'EPA è stata innescata da un incidente avvenuto nel 2008 alla Tennessee Valley Authority di Kingston (Tennessee). Da questa centrale a carbone fuoriuscirono circa 4,13 milioni di metri cubi di ceneri che si diffusero su una superficie di oltre 130 ettari. Parte di queste fluirono anche nel fiume Emory e nella Watts Bar Reservoir. Da questo incidente vennero proposte nuove normative sulla gestione dei rifiuti da centrali a carbone.

Conflitti
Attualmente viene riciclato il 43% delle ceneri, ossia circa 430 milioni di tonnellate. Un numero che è destinato sicuramente a crescere, a meno che l'EPA non introduca le nuove norme. La questione ha però suscitato conflitti anche all'interno dell'amministrazione Obama che ha fatto della sostenibilità una priorità assoluta. Il nocciolo della questione, secondo Andy O'Hare, vice presidente degli affari di regolamentazione per la Portland Cement Association, è che l'EPA è stata ostacolata dal mosaico di leggi sull'inquinamento presenti nei singoli stati americani: "Lo smaltimento dei rifiuti solidi è, in gran parte, competenza degli Stati. L'unico modo per l'EPA di ottenere una qualche supervisione federale è quello di classificare un rifiuto come pericoloso".

Possibili soluzioni
Anche se lo spirito della legge può essere quello di impedire altri disastri, i soggetti interessati temono che l'introduzione delle nuove norme potrebbe trasformare le ceneri in un materiale con la stessa reputazione di amianto o vernice al piombo. Inoltre, il cambiamento potrebbe anche interessare il sistema Leed e altre norme edilizie che dovrebbero essere, di conseguenza, modificate. Diversa la situazione se l'EPA decidesse di collaborare con i singoli stati ad attuare programmi consigliati per lo stoccaggio del carbone e lo smaltimento del sottoprodotto. In questo modo le nuove norme potrebbero essere un catalizzatore per l'espansione di riciclaggio dei rifiuti solidi, anziché un ostacolo.


9 maggio 2010

POLVERE DI CARBONE SULLA ZONA INDUSTRIALE, IL PROCESSO CONTINUA

di Piero Argentiero  www.brindisireport.it

BRINDISI – Un passo dopo l’altro il processo per l’inquinamento provocato dal trasporto e dallo stoccaggio del carbone nella centrale di Brindisi Nord (centrale di proprietà dell’Edipower mentre il carbonile è di proprietà dell’Enel) continua ad andare avanti. Cinquantacinque imputati tra dirigenti Edipower, dirigenti Enel e autotrasportatori, cinque persone offese dal reato di inquinamento ambientale: il Comune di Brindisi, il ministero dell’Ambiente, l’Autorità portuale, Mariano Antelmi e Riccardo Attorre, imprenditori le cui aziende si trovano nella zona che per anni è stata invasa dalle polveri di carbone.
Nell’ultima udienza, svoltasi dinanzi al giudice monocratico De Angelis, è comparso il maresciallo Mancarella, della Guardia di Finanza di Brindisi, colui che praticamente ha svolto le indagini. Il sottufficiale ha ricostruito la vicenda, ha parlato della polvere di carbone che si trovava ovunque, e ovviamente con maggiore concentrazione nella zona di transito dei camion carichi di carbone, per la maggior parte scoperti e quindi disseminatori di polveri a cielo aperto. Come, d’altro canto, era quel carbonile che il magistrato inquirente fece sottoporre a sequestro. Terminato l’interrogatorio, l’udienza è stata aggiornata all’11 giugno per il controesame del maresciallo.
La vicenda è complessa e rientra nell’annosa controversia con i produttori di energia che operano sul territorio di Brindisi. Il Comune di Brindisi, attraverso l’avvocato Daniela Faggiano, si è costituito parte civile in questo giudizio ed ha chiesto, con riserva di quantificazione, una provvisionale per risarcimento danni pari a cinque milioni di euro. Sempre il Comune ha rinunciato alla costituzione di parte civile  limitatamente alla posizione di Enel Produzione Spa. Questo perché Enel Produzione ha aderito all’Accordo di programma sottoscritto il 14 dicembre del 2007 tra amministrazione civica, Ministero dell’Ambiente, Commissario di governo per l’emergenza ambientale, Regione Puglia. Amministrazione provinciale di Brindisi e Autorità portuale di Brindisi per la definizione di messa in sicurezza e bonifica delle aree comprese nel Sito di interesse nazionale di Brindisi.
Successivamente il ministero dell’Ambiente aveva comunicato al Comune che l’Enel Produzione, con nota del 23 luglio 2009, aveva dichiarato la propria disponibilità ad aderire a tale accordo. E, sempre sulla base di questa intesa con l’Enel, il ministero dell’Ambiente il 15 febbraio scorso ha fatto sapere al Comune che “in conformità a quanto previsto dall’art. 14 di detto accordo di programma, è in avanzata fase di definizione il testo della transazione con il Ministero sulla base della quale la società Enel Produzione, nella veste di soggetto privato proprietario ed esercente della centrale termoelettrica Federico II, sarà ammessa a fruire dei benefici previsti dal medesimo accordo definendo eventuali liti pendenti”.
Peraltro, a margine di questa vicenda, va ricordato che c’è la questione dei terreni destinati a produzione di ortofrutta situati in queste zone. Il sindaco Mennitti, con ordinanza del 28 giugno 2007 adottò il divieto assoluto di coltivazione in queste aree agricole. Con ordinanza del febbraio 2009 il sindaco aveva parzialmente modificato l’ordinanza “consentendo le attività di preparazione alla coltivazione, messa a dimora di specie arboree ad alto fusto e manutenzione delle stesse nelle predette aree agricole”.
Il 18 giugno del 2009 il Tar di Lecce, in accoglimento del ricorso presentato dall’Enel, ha annullato l’ordinanza comunale del 2007. Ma non finisce qui. Il Comune ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato. Vicenda infinita e complessa che tiene con il fiato sospeso gli abitanti di Brindisi e quelli delle zone circostanti. La salute è un bene primario e in questa città la mortalità per malattie cancerogene è elevatissima. Ma purtroppo non si riescono mai a trovare cause e responsabilità. E’ ancora aperta la ferita dei morti di cancro del Petrolchimico. Un processo partito tra grandi clamori, con reati gravissimi come la strage. Poi finito con tutti assolti. Ora c’è quest’altro procedimento in corso. I reati contestati sono il getto pericoloso di cose ed omessa bonifica dei suoli inquinati connessi alla gestione del carbonile annesso alla centrale di Brindisi Nord.
La lista degli imputati:
Manager e imprenditoriLuciano Mirko Pistillo, 50 anni, di Rovigo, responsabile dell’area Business Termoelettrica di Brindisi; Felice Francesco Angeli, 61 anni, di Vagli Sotto, direttore generale della società Enel logistica combustibili; Lorenzo Laricchia, 57 anni, di Bari, responsabile per Brindisi di Enel logistica combustibili; Ivo Fulvio Guidi, 48 anni, di Voghera, dirigente protempore della centrale di proprietà di Edipower; Salvatore Roma, 46 anni, di Carovigno, rappresentante legale della Sle Srl, società componente dell’Ati (Associazione temporanea di imprese) per la discarica e la movimentazione del carbone per conto di Enel logistica Brindisi, carbone stoccato nel carbonile della centrale Brindisi Nord; Riccardo Peyrani, 68 anni, di Torino, amministratore della Peyrani Sud, la commissionaria dei servizi di scarico del carbone dalla nave carboniera; Nicola Di Cosmo, 58 anni, nativo di Andria, residente a Latiano, responsabili dell’unità operativa di Brindisi della Peyrani Sud; Teodoro Donnicola, 55 anni, di Brindisi, rappresentante della compagnia portuale Briamo Srl; Angelo Ippolito, 38 anni, di Monopoli, rappresentante della Sotram Srl, componente dell’Ati;
Camionisti e padroncini (per tutti il reato è stato già prescritto) – Luigi Torno, 42 anni, di Taranto, camionista; Nicola Chirico, 39 anni, di Brindisi, camionista; Giuseppe Aversa, 46 anni, di Monopoli, camionista; Angelo Carmelo Flore, 56 anni, di Ostuni, camionista; Massimiliano Aggiano, 38 anni, di Brindisi, camionista; Antonio Di Serio, 65 anni, di Brindisi, camionista; Vitantonio Stamerra, 59 anni, di Brindisi; Stefano Arigliano, 33 anni, di Brindisi; Giuseppe Colannino, 49 anni, di Fasano; Michele Filomeno, 56 anni, di Ceglie Messapica; Antonio Teodoro Conserva, 44 anni, di San Vito dei Normanni; Giovanni Vinci, 65 anni, di San Vito dei Normanni; Danilo Caramia, 38 anni, di Mesagne; Angelo Logorio, 49 anni, di Ceglie Messapica; Davide Lanzillotti, 40 anni, di Carovigno; Giuseppe Antonio Zirpoli, 66 anni, di Carovigno, rappresentante legale della Zip Trasporti; Giovanni Calvelli, 44 anni, di Latiano; Pasquale Carlucci, 35 anni, di Ostuni; Giovanni Caputo, 41 anni di San Donaci; Giuseppe Carlucci, 53 anni, di Carovigno; Giuseppe Pietro Bruno, 68 anni, di San Vito dei Normanni; Tiziano Di Serio, 46 anni, di San Michele Salentino; Andrea Bruno, 25 anni, di Mesagne; Cristian Calò, 34 anni, di Brindisi, rappresentante legale della Euro Trasporti; Carlo Greco, 48 anni, di Brindisi; Cosimo D’Amore, 38 anni, di Brindisi; Nicola Di Gennaro, 60 anni, di Brindisi, rappresentante legale della Deg Trasporti; Giacomo Casale, 35 anni, di Brindisi; Francesco Grassi, 42 anni, di Brindisi; Antonio Semeraro, 75 anni, di Carovigno,  rappresentante legale della Cooperativa Sud Trasporti fra Autisti e Autotrasportatori; Vito Lotti, 59 anni, di Carovigno; Teodoro Iaia, 46 anni, di San Vito dei Normanni; Cosimo Saracino, 45 anni, di Ostuni; Margherita Nannavecchia, 40 anni, di Latiano, rappresentante legale della Industrial Global Service; Cosimo Damiano Palermo, 61 anni, di Mesagne; Cosimo Antelmi, 38 anni, di Carovigno; Antonio Santoro, 49 anni, di Ceglie Messapica; Cosimo De Simone, 49 anni, di Carovigno; Vito Giuseppe Magli, 40 anni, di San Vito dei Normanni; Luigi Lanzillotti, 45 anni, di San Vito dei Normanni; Lorenzo Convertino, 41 anni, di San Vito dei Normanni; Massimo Di Viesto, 39 anni, di San Vito dei Normanni, rappresentante legale della “Di Viesto Gabriele e Fratelli”; Francesco Grassi, 32 anni, di San Vito dei Normanni; Cosimo Elia, 39 anni, di Mesagne; Domenico Galeone, 41 anni, di Mesagne, e Umberto Caroli, 39 anni, di Brindisi, tutti padroncini autotrasportatori.


7 maggio 2010

RADIOATTIVITA' E CARBONE

comunicato stampa di Salute Pubblica

Abbiamo appreso da un comunicato dell'Idv che l’Assessore alla Qualità dell’Ambiente Lorenzo Nicasto ha ricevuto oggi i rappresentanti della Commissione Europea, i tecnici del Ministero dell’Ambiente e i tecnici dell’ARPA Puglia per la verifica della rete di monitoraggio della radioattività nell’ambiente secondo la normativa comunitaria.
"Dall’incontro - dichiara l'Ufficio Stampa dell'IdV - non emergono specifiche criticità. L’Assessore ha presentato la programmazione regionale per il monitoraggio dell’aria con particolare riferimento alla radioattività."
Ci sembra opportuno far presente al neoassessore che il 90% degli elementi radioattivi emessi dalle centrali a carbone è costituito dal 210Polonio e dal 210 Piombo.  Il primo impiega più di quattro mesi a dimezzare la propria radioattività, il secondo 22 anni. Il che significa che quando una particella di 210-Piombo, trasportata dalle polveri emesse dalle centrali, si deposita nei polmoni o in qualsiasi parte del nostro organismo, irradierà le nostre cellule per buona parte della nostra vita.Le stesse sostanze vengono emesse dall'Ilva di Taranto.
Forse è il caso di ricordare  che le radiazioni sono cancerogene e che nelle due città ci sono eccessi di mortalità per tumore.