22 maggio 2012

Taranto / Legamjonici: “No al raddoppio di Appia Energy”

Legamjonici dice 'no' al raddoppio di Appia Energy. In un comunicato risponde ad Antonio Albanese, amministratore della Cisa Spa e azionista di Appia Energy, in merito al progetto relativo al raddoppio dell’impianto di incenerimento: "Di fatto porterà un incremento dell’inquinamento atmosferico, del suolo e della vegetazione". 

"Il monitoraggio ambientale- aggiunge Legamjonici- è solo uno strumento di controllo che non può aprioristicamente escludere la possibilità di contaminazione ambientale. Non devono rassicurare, pertanto, le garanzie dell’azienda sull’applicazione di sistemi di monitoraggio in continuo avanzati. La migliore garanzia di tutela dell’ambiente è di fatto la prevenzione di un dato fenomeno d’inquinamento, proprio in piena applicazione del principio di precauzione. La Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) tiene conto anche e soprattutto dell’incidenza che la realizzazione di un dato progetto può avere sulla salute dei cittadini e in nessun caso si può sottovalutare questo aspetto". 

"E’ necessario, inoltre, ribadire -spiega- quanto all’attività di incenerimento,  sia connessa la produzione di insidiose molecole denominate nanoparticelle, la cui nocività è stata anche sottolineata da periti nominati dalla Procura della Repubblica di Taranto". 
Nella relazione si legge infatti che : ’’Gli inceneritori di rifiuti sono stati a lungo fra i maggiori produttori di diossina, ma negli ultimi anni l’evoluzione tecnologica ha permesso un notevole abbattimento delle emissioni gassose da queste fonti (anche se emettono pericolose nanoparticelle che possono trasportare diossine in forma non gassosa)’’.
 
"Il documento relativo-prosegue- è stato depositato dal comitato Legamjonici presso l’ufficio di competenza della Provincia di Taranto e consegnato anche al Comitato per la Corretta Gestione dei Rifiuti di Massafra. Le nanoparticelle si generano ad elevate temperature, sfuggono al controllo e al monitoraggio, in quanto è tecnicamente difficile (se non impossibile) captarle tramite l’impiego di ‘filtri’. Per le loro ridotte dimensioni possono penetrare fino nelle vie aeree profonde e passare direttamente nel circolo sanguigno.
Esistono in letteratura numerosi studi epidemiologici che evidenziano  l’aumento di patologie tumorali  e cardiovascolari in popolazioni residenti in prossimità di inceneritori. La stessa perizia sottolinea: ..per quel che riguarda gli aspetti sanitari finali, la stragrande maggioranza degli studi epidemiologici, anche recentissimi,...rileva  una correlazione tra patologie diossina-correlate e la presenza di inceneritori nelle aree soggette ad indagine; viceversa sono pochi o nulli gli studi che non rilevano correlazioni’". "Le diossine sono inquinanti persistenti -conclude-. La Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti, stabilita nel 2001, ha posto come obiettivo l'eliminazione di tali sostanze. Pertanto, anche in presenza di una normativa che stabilisce limiti di legge per le loro emissioni, la tendenza da parte degli Stati Europei deve essere quella di ridurre progressivamente la pratica di incenerimento di rifiuti anche se finalizzata alla produzione di energia".

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