12 settembre 2012

BBC: sulle centrali elettriche e fotovoltaico niente condoni

Comunicato Stampa Brindisi Bene Comune

Abbiamo appreso dalla stampa che l’amministrazione comunale ha incontrato i responsabili della centrale Enel di Cerano per discutere dell’ICI, chiedendo 2,6 milioni di euro a fronte degli attuali 800.000 versati dall’azienda. Inoltre su queste basi si sarebbe avviata una trattativa per trovare un punto di equilibrio tra la cifra richiesta dal comune e quella versata dall’Enel per evitare un contenzioso, cosa anche affermata dall’Assessore al Bilancio Lo Martire in un’intervista ad una TV locale.

Abbiamo ieri sollevato la questione nella conferenza dei capigruppo, alla quale non partecipava, poiché impegnato in Provincia, il Sindaco Consales.

Abbiamo chiesto come si è giunti a questa cifra di 2,6 milioni di euro! A nostro avviso un percorso lineare doveva prevedere prima una valutazione del calcolo della rendita catastale per tutta la centrale Enel. 



Alcune leggi e una recente sentenza della Cassazione dispongono che l’ICI debba essere versata non solo su terreni e fabbricati ma anche sul valore degli impianti anche mobili e transitori. Vanno quindi accatastati per il loro valore il nastro trasportatore, le turbine, tutti i macchinari per arrivare anche all’impianto pilota per la cattura della CO2. Una valutazione che compete all’ufficio tributi dell’amministrazione. Fatto questo necessario passaggio che, dalle risposte della Segretaria Comunale, sappiamo non ultimato, si può arrivare ad una cifra da chiedere all’Enel, tenendo presente che a Civitavecchia per un impianto più piccolo di quello di Cerano l’Enel versa circa 8 milioni di euro.
Quindi questa cifra di 2,6 milioni di euro richiesta da dove vien fuori? E ancora su che basi si avvia una trattativa per concordare un importo evidentemente inferiore?


Inoltre resta in piedi la questione relativa agli arretrati che si prescrivono dopo 5 anni. Occorre quindi rapidamente chiedere all’Enel l’accatastamento di tutte le parti dell’impianto e dopo aver calcolato l’importo applicando l’aliquota massima del 10,6 per mille calcolare l’importo dovuto come ICI. Su questa base chiedere subito i 5 anni di arretrato per bloccare la prescrizione.

Per dare un’idea ai cittadini ci aspettiamo un importo ICI almeno dello stesso valore di Civitavecchia e quindi una richiesta di circa 8 milioni di euro all’anno e di 40 milioni di euro di arretrati. Non siamo disponibili a condoni e ovviamente, se si dovesse chiudere un’accordo al ribasso per il Comune, gli amministratori sarebbero responsabili del danno erariale provocato.


Riteniamo altresì che tale procedura debba essere adottata anche per le altre centrali elettriche site nel nostro Comune,
Edipower, Enipower, SFIR e tutti gli altri impianti industriali.

Un discorso a parte merita invece il
fotovoltaico. Dai dati del GSE abbiamo appreso che nel comune di Brindisi sono in funzione ben 182 impianti con potenza superiore ai 50 Kw , quindi posti a terra, con una potenza totale installata di circa 176 Mw. Da rapidi calcoli tali impianti hanno un valore tra i 600-800 milioni di euro e generano circa 85 milioni di euro di introiti dal conto energia , che tutti noi paghiamo sulle nostre bollette.

Chiediamo anche in questo caso che il Comune proceda con la richiesta ICI per tutti questi impianti da considerarsi centrali elettriche. L’importo va calcolato non su terreni agricoli occupati ma su terreni nella categoria industriale. Inoltre vanno accatastati tutti gli impianti sul loro valore.

Si devono recuperare anche in questo caso ingenti risorse tra ICI annua ed arretrati.
Proponiamo inoltre una tassa di scopo sui proventi del conto energia del 10% che fornirebbe ulteriori 8 milioni di euro all’anno alle casse comunali.

Il nostro territorio è sempre stato terra di conquista e di grandi profitti; è ora di dire basta.

Mai più condoni e debolezze.

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