27 novembre 2012

SFIAMMATE DALLE TORCE DEL PETROLCHIMICO. PROBLEMA RISOLTO. O FORSE NO.

Una  fiamma che esce da una candela del Petrolchimico potrebbe passare inosservata. Potrebbe sembrare una cosa naturale nel contesto di un panorama industriale, se non fosse che a Brindisi delle aziende che operano ci si può fidare molto poco.

immagine d'archivio
Il 21 settembre 2012, dopo un’accurata verifica da parte della Procura che accertava il rientro dei livelli di inquinamento nei parametri di legge, il sostituto procuratore Antonio Costantini disponeva il dissequestro delle torce del Petrolchimico di Brindisi.
Le torce in questione furono sequestrate il 26 Ottobre 2010 dopo che per anni avevano smaltito illegalmente tonnellate di scorie gassose e sostanze nocive, e dopo un'inchiesta che portò a 4 avvisi di garanzia per altrettanti dirigenti delle aziende Polimeri Europa, (che nel frattempo ha cambiato nome e si chiama Versalis-Eni) e Basell.
Un provvedimento "soft" quello della procura di Brindisi, che da un lato imponeva il sequestro e dall'altro concedeva il beneficio della facoltà d'uso per "evitare ripercussioni sul fronte occupazionale". 

(infatti ecco cosa accadeva il 9 agosto 2012  con le torce sequestrate ma con il beneficio di inquinare).

Un provvedimento morbido, che da un lato imponeva alle aziende un termine entro il quale apportare agli impianti modifiche utili a scongiurare per SEMPRE il fenomeno delle sfiammate e della conseguente immissione in atmosfera di grosse quantità di sostanze inquinanti, e dall'altra prorogava a più riprese tale termine.
Sono passati due mesi dal dissequestro e i brindisini adesso possono stare tranquilli, è tutto apposto, il problema è stato definitivamente risolto. Le modifiche agli impianti sono state apportate e sfiammate dalle torce non ce ne saranno più.
Purtroppo però non è così.
Già qualche settimana fa una torcia del petrolchimico era tornata a sfiammare e il fenomeno si è ripetuto durante tutta la giornata di ieri, 26 Novembre 2012.  Stasera (27 Novembre 2012) il panorama è pressoché identico, con una grossa candelina che illumina tutti gli impianti nelle vicinanze.
Il provvedimento di dissequestro del 21 Settembre prevedeva inoltre dei dispositivi per cui, nel malaugurato caso di ulteriori incidenti con annesse sfiammate sarebbe stato possibile, per gli organi di controllo, accertare in tempo reale quantità e tipologie delle sostanze mandate in torcia.
Considerato che nelle giornate di oggi e di ieri  è stato visibile in maniera costante il fenomeno delle sfiammate da una torcia, e vista la scarsa fiducia nelle aziende sarebbe lecito chiedere agli “organi di controllo” (ARPA o chi per lei)  se questi dispositivi siano realmente funzionanti, e se si quali siano le sostanze che da 48 ore vengono bruciate ed emesse nell'aria.

26 novembre 2012

BUONGIORNO TARANTO. TRE PERSONE IN CARCERE E QUATTRO AGLI ARRESTI DOMICILIARI.

Il filone d'inchiesta che riguarda i tentativi dell'azienda di nascondere l'impatto dell'inquinamento  e punta a punire chi doveva controllare e non lo ha fatto. Indagati anche politici e funzionari pubblici accanto ai vecchi dirigenti dell'Ilva.

L'articolo e le foto da Repubblica.it 

24 novembre 2012

CERCO UN CENTRO DI " GRAVITA' " NON PERMANENTE

Sono Federica, VIVO a TORCHIAROLO, un paese perfettamente AL CENTRO tra Brindisi e Lecce.

Ad occupare questo pezzo del Mondo siamo circa in 5000, questo è il numero dei miei compaesani (più io)… sin da quand’ero piccola…non ho ancora capito come mai in trent’anni non sia né decresciuto, né aumentato: il Mistero di Torchiarolo! (Qualcuno dovrebbe occuparsene! Che ci sia lo zampino alieno dietro questa perfezione numerica? Non uno in più, non uno in meno! Si dovrebbero scrutare meglio le carte Maya, consultare qualche esperto della Cabala…o che so io!)

Vivo in Via Umberto I°, che all’occorrenza, se vuoi fare il “figo”, puoi citare come “Corso Umberto I° …la strada principale del paese: quindi sono AL CENTRO DEL CENTRO tra Brindisi e Lecce. 
BISOGNA PUR DARSI UNA COLLOCAZIONE: le prospettive, le sfumature, i punti di vista, sono fondamentali, determinanti…cambiano la visione delle cose, del mondo…così decidi se il tuo bicchiere è mezzo pieno o pieno per metà! (Sono un’incorreggibile ottimista! Non riesco a dire che sto’ bicchiere non sia pieno…almeno un po’!)

Vivo al primo piano. Il mio balcone si affaccia sul Corso del Centro del centro tra Brindisi e Lecce. A destra si scorge piazza Castello e le campane della Chiesa del Rosario, a sinistra una rotatoria e la Chiesa dell’Immacolata…che solo sapendo della sua esistenza puoi distinguerla come tale. (Sulla parete prospiciente la rotatoria c’è una croce, ma se non sei indigeno, non intuisci che quello è un luogo di culto.) Questo il panorama guardando verso il basso.

Al mattino, aprendo le persiane, guardando a sinistra, non è tanto l’aspetto della Chiesa dell’Immacolata ad infastidirmi, quanto la presenza di una Torre...lontana…perfettamente al centro dell’orizzonte oltre la Chiesetta…e crea un effetto ottico particolare: è come la Monna Lisa di Leonardo Da Vinci, sembra che ti segua con lo sguardo…sia che tu vada a destra sia che tu vada a sinistra…e ti guarda…fisso negli occhi…e sbuffa…

Quest’effetto è particolarmente evidente percorrendo la Litoranea Salentina nel tratto che va da Casalabate a Torre San Gennaro. Trovandosi in quel senso di marcia, di giorno, si vede un’enorme Torre proprio al centro della strada. La sera, calato il sole, sembra una Torre di controllo…gigante…che sbuffa…

Per l’estate io mi trasferisco al mare, a Lendinuso, che è la marina di Torchiarolo…quindi sono decentrata di circa 5 km dal centro del Centro tra Brindisi e Lecce. 

Vivo in via dell’Ostrica, che all’occorrenza, se vuoi fare il “figo”, puoi citare come “Il lungomare"…la strada principale della marina: quindi sono al centro della marina del Centro del centro tra Brindisi e Lecce.
La casetta si trova a pian terreno, di fronte al mare. A destra si vedono gli scogli “te lu Fasciutu” a sinistra “Lu pizzu de li cuti”…due basse sporgenze rocciose…due braccia aperte al mare… Da qui l’orizzonte è mio. Posso guardarlo tutto…una lunga linea sulla superficie del mare…da destra a sinistra…finché lo sguardo non arriva a scorgere delle torce in direzione di Brindisi…che col buio sono brillanti…e più a sinistra la Torre…che come la Gioconda ti guarda…fisso negli occhi…e sbuffa

Io Vivo a Torchiarolo, e d’estate a Lendinuso. AL CENTRO DEL CENTRO tra Brindisi e Lecce…e restringere questo campo visivo non mi darebbe la giusta dimensione dello spazio intorno a me…dello spazio (più vicino) di cui dispongo…rimpicciolirebbe il mio campo d’azione…e sentirsi al CENTRO è più sano che sentirsi in periferia…così si è dentro, si è nel tempo, e non relegati in una qualche realtà parallela, migliore o peggiore che sia.
Pensare al proprio posto come ad un posto piccolo è renderlo ininfluente, marginale, inutile e trascurabile. NON E’ COSI’!

Dire che un problema coinvolge 5000 persone (ammesso e non concesso che sia così!) è sminuire, rimpicciolire, ridimensionare il problema stesso.
Quantificare numericamente, tracciare un cerchio, inglobare delle polveri, misurare un diametro è autorizzare a considerare un dettaglio come trascurabile.

I dati, le fonti, contano fino ad un certo punto…
Le polveri  hanno questo nome e non un altro, come anche i fumi e i veleni…sono volatili, e hanno un peso specifico, solo solubili e tossici…

Per chi ha spolverato per me e prima di me io voglio restare…per me e per chi verrà dopo  io voglio continuare a spolverare…

La Gioconda se la ride, mi guarda fisso negli occhi…e sbuffa…ma io di certo non abbasso lo sguardo!

…io mi sento AL CENTRO DEL CENTRO…e non cambierebbe se mi trovassi altrove…

Federica Rizzo.
23/11/2012 – Torchiarolo (BR)

21 novembre 2012

“LA CENTRALE ENEL TRAVOLGE LA GIUNTA”

Niente paura, nessun allarmismo, è successo oltre vent’anni addietro, quando era in ballo l’avvio di una delle Centrali a carbone più potenti d’Europa. Correva l’anno 1989, in cui venne stipulata una delle convenzioni storiche con l’ENEL, allora Azienda completamente di Stato. Un atto, oggi, addirittura contenuto nello splendido “Documento Programmatico Preliminare” al nuovo Piano Regolatore, consultabile sul web al sito www.sistcartinfo.it. Allora, interessi così grossi non avrebbero potuto che scatenare un putiferio giudiziario in cui “tecnici e amministratori” , è leggibile nell’articolo sotto stante datato 14 novembre 1989, restarono coinvolti. A parte la vergogna dei reati ipotizzati e le numerose persone interessate, sconvolge leggere la frase seguente:
“... il Sindaco si impegnava a rilasciare all’Ente Elettrico Nazionale la Concessione Edilizia in sanatoria per la Centrale in costruzione a Cerano.”


  
E’ davvero assurdo constatare che lo Stato italiano, per realizzare una sua opera di interesse pubblico, sia giunto alla necessità di sanare una centrale termoelettrica come fosse una villetta abusiva realizzata sulla battigia. Così come altrettanto assurdo è immaginare che per interessi personali, ad ogni livello, dal voler permanere Amministratore all’ambire a divenire Dirigente, si possa arrivare a condizionare lo sviluppo di un territorio ferendo gravemente l’economia agricola e turistica ed esponendo la popolazione a rischi acclarati per la salute.
Invece è proprio questo che è accaduto, ed è ipotizzabile continui ad accadere, considerata l’attitudine dei governi a realizzare impianti pericolosi di interesse nazionale, diciamo così, sottovalutando la volontà dei cittadini e strumentalizzando, attraverso il sindacato, migliaia di lavoratori costretti a vivere con la perenne promessa di lavoro ovvero un contratto a tempo ben determinato. Dal sito del Settore Urbanistica sopra citato, le importanti parole di apertura della “sezione informazioni” .
Non di questo è fatta una città, ma di relazioni tra le misure del suo spazio e gli avvenimenti del suo passato...Ma la città non dice il suo passato, lo contiene come le linee di una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale...
(Italo Calvino, da “Le città invisibili”)
 



La storia è fondamentale per capire chi siamo, da dove proveniamo, dove stiamo andando e dove invece sia auspicabile andare. La storia contemporanea insegna, almeno da queste parti, che ogni atto denominato “convenzione” sia stato stipulato col fine ultimo di fare l’interesse della gente. E, comunque, come per esempio accade per le fatidiche “Valutazioni di Impatto Ambientale”, qualora la forma contenga copiose prescrizioni e impegni, la sostanza li riduce all’osso per il morso di pochi cani randagi. Quindi, alternativa meno impegnativa, meglio glissare sul tema convenzioni, lasciando scorrere tutto secondo la solita volontà piovuta dall’alto di una nazione incapace di guidare un popolo verso un progresso condiviso.
www.pierpaolopetrosillo.blogspot.com

20 novembre 2012

IL MISTERO DI TORCHIAROLO

"Esiste a sud di Cerano, esiste a nord di Cerano gente dignitosa che merita rispetto e deve esigerlo. Esiste, e speriamo continuerà ad esistere".


16 novembre 2012

LA CONTRO INFORMAZIONE ATTRAVERSO LE ASSEMBLEE STUDENTESCHE.

170 progetti di cui 73 solo nella provincia di Brindisi e circa 28000 studenti pugliesi coinvolti: sono questi  i numeri di -Play Energy 2012-, il concorso promosso da Enel che, udite udite, ha al centro la tutela dell' ambiente e l'eco-sostenibilità!

In altre parole mera propaganda!   

Ma niente paura. Mentre l’Ascione o il Barlabà di turno salutavano i dirigenti scolastici elargendo quattrini, lavagne luminose, palloncini colorati e altre misere regalie, il movimento No al carbone, su invito degli stessi studenti, entrava dalla porta di servizio e riavvolgeva  il nastro.
Riavvolgeva su se stesse tutte quelle belle parole pronunciate fino ad un istante prima dai vari manager e dai vari responsabili alla comunicazione sguinzagliati da Enel,  perché quando si parla di Enel  si deve necessariamente parlare di carbone. E quando si parla di carbone bisogna parlare di malattie e morte.
Quasi i tre quarti di tutta l’elettricità prodotta in Italia con il carbone è di ENEL. L'Agenzia Europea dell'Ambiente stima un costo aggregato dei danni sanitari, economici e ambientali della Federico II che va tra i 536 e i 707 milioni di euro, in riferimento ai dati di emissioni del 2009. E' questa la verità, altro che Play Energy, ambiente e sostenibilità.

Così dopo l'invito in un’assemblea del liceo scientifico "Monticelli"  e dopo quello dei ragazzi dell’ UDS  al parco Di Giulio, stamattina siamo stati invitati dal liceo classico "B. Marzolla" a partecipare ed intervenire nella loro assemblea. Più di un’ora contrapponendo un po'
di informazioni alla pura propaganda che Enel attraverso i suoi concorsi fa passare nelle scuole.
Abbiamo srotolato e affisso una grande stampa di una foto aerea,  illustrando ai ragazzi la situazione dell'impatto industriale sul territorio di Brindisi, mostrando loro tutti i vari siti collocati in un abbraccio mortale intorno alla nostra città, alle loro case, alle loro scuole. Troppi, veramente troppi.  Una situazione talmente grave da essere -crediamo - unica in Europa.
Abbiamo brevemente riassunto gli studi epidemiologi del Dr. Latini e del Dr. Rosati, con i loro spaventosi numeri sulle malformazioni neonatali, sulle patologie cardiache e respiratorie. Ma più di tutto, abbiamo chiesto a questi ragazzi di unirsi a noi, di non subire, di lottare insieme a noi per la loro terra,  affinchè il carbone, le milioni di tonnellate che si bruciano a Brindisi, diminuiscano SUBITO e ci si avvii verso una riconversione a gas della centrale di Cerano, mentre si chiuda definitivamente Edipower: quel vecchio catorcio inquinante intollerabilmente accanto alle nostre case.  Perchè non ci occorrono altri studi, non ci occorrono altre indagini per capire che tutto quello che accade a Brindisi non possa più essere accettato dalla sua stessa gente, neanche in nome del lavoro.

Finita l’assemblea salutiamo i ragazzi rinnovando l'appuntamento a giovedì prossimo presso la sede nac,  contenti di averli ospiti e partecipi nelle nostre riunioni settimanali.

12 novembre 2012

INDAGINE EPIDEMIOLOGICA DAL BASSO

"Vorrei che ognuno di voi si fermasse un attimo a riflettere,  ma a farlo sul serio. Per trovare il coraggio, la voglia e la forza di unirsi in questo tentativo di capire perche perdiamo tanti cari, tanti amici, tanti bambini. Non troverai risposte, perchè quelle le dovrai dare tu alle domande del questionario. Ci sono indirizzi e numeri telefonici , non avere timore: diciamolo a tutti, ai nostri amici, ai nostri  fratelli, a chi non ci conosce. Difendiamoci (o proviamo a farlo) da soli ".


I-COMITATO PER LA TUTELA DELLA SALUTE-  lancia un invito a quanti siano a conoscenza diretta o indiretta di casi di malattia, a collaborare con l'iniziativa informandone il COMITATO che si farà carico di raccogliere ed analizzare i casi. Il questionario on-line può essere compilato non solo dai Rioni coinvolti nel Comitato, ma anche dal resto della città e anche dai Comuni vicini. Il COMITATO si avvarrà infatti della collaborazione volontaria di medici e tecnici della salute e sarà possibile eseguire alcuni esami diagnostici gratuitamente. Per informazioni contattare il numero 320 8306147 (dopo le 19.00) o scrivere all'indirizzo medicodistrada@gmail.com. L'indagine si avvarrà anche della possibilità di compilare un modulo informativo in rete. I risultati dell'indagine saranno presentati alle autorità competenti.

10 novembre 2012

NASCE IL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE "NICOLA LOVECCHIO"

Presentiamo oggi, con grande orgoglio – consentitecelo! - la nascita del Centro di documentazione "Nicola Lovecchio"
Si tratta di un database online – pubblicato sul sito di Brindisi Bene Comune e sul blog No al Carbone – che raccoglie studi, relazioni ed importanti articoli sul tema dell'inquinamento ambientale, della produzione di energia dal carbone e della salute pubblica. 
Il lavoro di ricerca è stato curato dal Dr Maurizio Portaluri, mentre la realizzazione del software e la catagolazione degli studi (molti dei quali in inglese) sono opera di Oscar De Fina (grazie – Brindisi ti deve molto ) , Paola e Ornella Tarullo. Riccardo Rossi  invece si occuperà dell'aggiornamento del database che si arricchirà nel corso del tempo dei nuovi studi.
Ci auguriamo che questo lavoro – davvero unico nel suo genere - possa essere utile a chiunque abbia bisogno di ricerca aggiornata su queste tematiche e agli altri movimenti che come il nostro lottano contro la devastazione inquinante delle centrali a carbone e dell'industria pesante. Saremo ovviamente felici di collaborare con chiunque voglia aiutarci ad arricchire il nostro database.
Il Centro è intitolato a Nicola Lovecchio, capoturno del reparto insacco dell'Anic di Manfredonia, che nel 1995 avviò un'indagine epidemiologica tra i suoi compagni di lavoro. Le indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Foggia evidenziarono un aumentato numero di decessi per tumore tra i lavoratori di quel petrolchimico, ma tre gradi di giudizio non hanno rinvenuto nessuna responsabilità penale. L'area industriale di Manfredonia è oggetto di un'attività di bonifica per l'inquinamento provocato da decenni di produzione chimica. L’indagine epidemiologica avviata da Nicola Lovecchio necessiterebbe di essere aggiornata e condotta con confronti interni alla fabbrica.

Nicola Lovecchio morì il 9 aprile 1997 per un tumore al polmone che fu riconosciuto in giudizio di natura professionale. Senza il suo impegno nessuno avrebbe fatto luce sugli effetti sanitari di quella produzione, effetti che devono ancora in gran parte essere portati alla luce.

8 novembre 2012

INCHIESTA DELLA PROCURA DI GELA SUI BAMBINI MALFORMATI. E ANCHE A BRINDISI IL FENOMENO E' MOLTO PREOCCUPANTE.

GELA -Inchiesta della Procura sui bambini malformati.                             
di LORENZO TONDO (http://palermo.repubblica.it)
Il pm è intervenuto nel processo civile in corso intentato da trenta famiglie che hanno riscontrato gravi malformazioni nei neonati, dovute con ogni probabilità alle sostanze inquinanti. Il procuratore: "Andremo avanti"  leggi l'articolo completo 

BRINDISI - Anomalie congenite nei neonati. Ne sono state registrate 176 di diversa gravità a Brindisi, tra il 2001 e il 2008. Un eccesso rispetto alla media europea del 18%. E non solo, l’eccesso è maggiore, sfiora quasi il 68%, se si analizzano le malformazioni congenite di tipo cardiovascolare. I dati emergono da un’indagine che è stata presentata un mese fa da undici ricercatori in un convegno di Neonatologia che si è tenuto nel capoluogo, ma da quel momento l’inquietante risultato sembra caduto nel dimenticatoio. Eppure si tratta di un’indicazione inquietante che imporrebbe, come è stato autorevolmente suggerito, l’istituzione in Puglia, di un registro delle malformazioni congenite. Così, come esiste per esempio, per la mortalità o per i ricoveri per malattie neoplastiche. 
Gli studiosi suggeriscono anche che non si abbandonino le ricerche e si prosegua con studi di tipo eziologico. 
È essenziale che si studi l’origine del fenomeno che potrebbe essere in relazione con l’inquinamento prodotto dal polo industriale.    leggi l'articolo completo

UNO AL GIORNO. Il cortometraggio di Greenpeace.

Alessandro Haber, Paolo Briguglia, Pino Quartullo e Sandra Ceccarelli formano il cast, Mimmo Calopresti firma la regia e i Subsonica mettono a disposizione la loro musica. Per denunciare i danni causati all’Italia dal carbone usato da Enel per produrre energia elettrica, questa volta abbiamo scelto il linguaggio del cinema.
Il titolo è “Uno al giorno” perché il carbone di Enel causa una morte prematura al giorno e 1,8 miliardi di euro l’anno di danni alla salute, all’economia e all’ambiente. Sono questi i veri numeri di ciò che Enel fa in Italia con il carbone. Numeri oscuri alla quasi totalità dei clienti dell’azienda, come i protagonisti di questo corto cinematografico.

La tranquilla mattinata di una giovane coppia viene interrotta dal suono insistente del campanello di casa. Lui va ad aprire la porta, e… 




Cosa pensano gli italiani sentendo nominare il carbone? In genere più alla Befana che alla produzione di elettricità. La sfida che ho abbracciato con Greenpeace è proprio questa – spiega Mimmo Calopresti, regista del corto -    leggi tutto

6 novembre 2012

INCONTRO DIBATTITO: LA SALUTE VICINO ALLE CENTRALI A CARBONE

LAVORARE PER VIVERE, NON PER MORIRE.
Incontro dibattito promosso da Salute pubblica, Mercoledì 7 Novembre alle ore 18, presso il Centro Culturale a Tuturano in via Vittorio Emanuele.


Nel corso dell'incontro, che sarà introdotto dal dr. Maurizio Portaluri, saranno presentati gli studi sulle popolazioni residenti intorno alle centrali a carbone, sarà illustrata l'attività epidemiologica "dal basso" promossa dal comitato tutele della salute dei quartieri Perrino-San Pietro-San Paolo - Bozzano - La Rosa - Tuturano, e saranno date informazioni sulle analisi a cui volontariamente ci si potrà sottoporre.


INDAGINE EPIDEMIOLOGICA DAL BASSO
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5 novembre 2012

EUROPA: LA BOMBA DELLE CENTRALI A CARBONE.

Fonte: piergiorgio cattani - unimondo.org

Alcuni mostri si aggirano per l’Europa. Più che muoversi stanno fermi ma la loro presenza si percepisce anche a centinaia di kilometri di distanza. Stiamo parlando delle centrali termoelettriche a carbone.
Belchatow, Polonia
Se la pericolosità delle centrali nucleari si misura nel rapporto tra i benefici di un sistema più o meno efficiente e i costi altissimi di eventuali incidenti agli impianti, l’inquinamento generato dalla combustione di carbone (in tutte le sue forme) è visibile a distanza, è percepibile immediatamente dentro i polmoni, è quantificabile nelle emissioni di anidride carbonica.È un inquinamento quotidiano, a cui da tempo si sarebbe dovuto porre un argine: le mastodontiche dimensioni degli apparati produttivi, le ingentissime risorse finanziarie che servirebbero per una riconversione ecologica, la volontà degli Stati di mantenere un certo autonomo margine di manovra in campo energetico, vari tipi di interesse delle grandi multinazionali sono solo alcuni fattori che rendono evidente la difficoltà di ammodernare un comparto vitale per il nostro futuro.
Eppure l’Europa si era data obiettivi ambiziosi sulla riduzione del 20% delle emissioni di anidride carbonica entro il 2020. Traguardo arduo da raggiungere. Anche perché la “disunione europea” non si manifesta soltanto nel persistere di interessi nazionali, come dimostra il modo in cui si sta affrontando la crisi dei debiti sovrani, ma anche nella pressoché totale assenza di una politica energetica comune. Al di là della retorica infatti c’è chi spinge per un rapporto univoco e diretto con la Russia (vedi la Germania), chi sogna l’autosufficienza puntando sulla nuova futuribile tecnologia di fusione dell’idrogeno (vedi Francia), chi non sa che pesci pigliare e raccatta tutto il gas a disposizione (vedi Italia) e chi mantiene un obsoleto settore di produzione di energia non curandosi dell’impatto ambientale (vedi i paesi dell’ex blocco comunista con l’eccezione della Lettonia).
I costi di questa mancata strategia continentale, oltre che economici e strategici, riguardano la salute nostra e del pianeta. Le cifre fornite dall’Agenzia europea per l’ambiente sono incontrovertibili. Come riporta il quotidiano La Stampa: “Le emissioni di agenti inquinanti nel 2009 pesavano tra i 102 e i 169 miliardi l’anno, ovvero dai 200 ai 330 euro a persona. Quel che colpisce di più è che ben il 50 per cento dei costi aggiuntivi (tra 51 e 85 miliardi) sono generati da soltanto 191 impianti. è il 2% del totale di quelli censiti, quelli più «sporchi» in assoluto. Il 75% del totale delle emissioni è prodotto da soli 622 siti industriali.
Cerano, Brindisi
A guidare la classifica - che è calcolata sui dati del 2009 - sono le centrali termoelettriche, in particolare a carbone o a olio combustibile; il discutibile primato di industria più inquinante in assoluto d’Europa se lo aggiudica la famigerata centrale elettrica di Belchatow, in Polonia, una «bestia» alimentata a lignite (un carbone di particolare bassa qualità) da 5.000 MW nei pressi della città di Lodz. Tra le prime venti però troviamo anche la centrale termoelettrica Enel Federico II di Brindisi, che da sola genera costi connessi ad inquinamento tra i 536 e i 707 milioni di euro l’anno. E al 52esimo posto c’è l’acciaieria Ilva di Taranto, che ci costa dai 283 ai 463 milioni l’anno”.
Il mostro polacco è quello più pericoloso. La storia di Belchatow comincia negli anni ‘70: occorreva sfruttare le miniere di carbone limitrofe, ed ecco una centrale a lignite, una delle forme più elementari e grezze (quindi più inquinanti) del carbone. Persino una brochure auto celebrativa della centrale, ora di proprietà dell’azienda polacca PGE e della multinazionale francese Alstom, descrive la situazione fino agli anni ‘90: “Il progetto originario non aveva previsto nessuna misura per limitare le emissioni di ossidi di zolfo perché a quel tempo le tecnologie di desolforizzazione dei gas erano praticamente sconosciute o soltanto in una fase di sviluppo”. Le migliorie apportate successivamente non migliorarono l’impatto inquinante delle 12 unità che compongono la centrale, se pensiamo che nel 2008 sono state emesse 31 milioni di tonnellate di CO2 per una produzione di energia di 28 TWh (il 20% dell’intero fabbisogno del paese). Si è così progettato un piano generale di ammodernamento. Così descriveva la situazione nel 2009 Greenreport: “Il responsabile della centrale di Belchatow, Jacek Kaczorowski, non si scompone più di tanto e in una intervista alla Reuters ha detto che «Le nostre emissioni nei prossimi anni, nel periodo contabile 2008-2012, resteranno a livelli simili. Così, in breve, alla fine di tutto il periodo, ci vorranno circa 14 - 20 milioni di tonnellate di quote di emissioni di CO2».
Per rientrare nei limiti europei con l’ampliamento la centrale pensa di risolvere la cosa ricorrendo allo stoccaggio sotterraneo delle emissioni di CO2. Quindi la Polonia non intende rinunciare alle sue super-inquinanti centrali a carbone, ma chiede all’Unione europea di finanziare la ricerca e la tecnologia per la Carbon caputre storage (Ccs) per poter “imprigionare” un terzo dei gas serra prodotti dal nuovo blocco produttivo.
«Ma anche se non avremo i soldi dell’Unione europea, dovremo andare avanti con il progetto a causa della necessità di ridurre le emissioni - ammette Kaczorowski. Dobbiamo andare verso lo sviluppo delle tecnologie Ccs per rimanere competitivi»“.
Belchatow non lascia ma raddoppia costruendo un’altra unità da più di 800 MW, sulla carta molto meno inquinante del complesso della centrale, e chiudendo i camini più vecchi. Il progetto viene portato a termine nei tempi prestabiliti e proprio in questi giorni vengono inaugurate le strutture. L’obiettivo di diminuire le emissioni è però ancora lontano. Mancano soldi e soprattutto volontà politica. Il carbone resta una materia prima a basso costo e in Europa si sta pensando a nuove centrali. Una strada che contraddice ogni istanza ambientale.

4 novembre 2012

LUGLIO 2012 INCENDIO ALFA EDILE. DIOSSINE E BENZOAPIRENE PRESENTI IN ALTISSIME DOSI.

In quei giorni abbiamo respirato di tutto, erano nell’aria ma anche sui terreni. Diossina e Benzoapirene presenti in altissime dosi, nella zona industriale ma anche nei quartieri limitrofi. Veleni prodotti e sparsi dalla combustioni dei rifiuti speciali abbandonati e accatastati da anni in quella che era l’Alfa Edile in contrada Piccoli a Brindisi. Questo, quanto è emerso dai risultati delle analisi dell’Arpa effettuate nelle ore in cui si è verificato l’ennesimo incendio dei rifiuti il 10 e 11 luglio scorso.
                                 leggi l'articolo completo dei dati dell'ARPA 


 10 Luglio 2012 Bruciano balle di plastica, nuovo incendio all’Alfa Edile