19 aprile 2013

L'ENEL SCOPRE DI AVERE UN CUORE. UN CUORE D'ORO!

"Dal 28 marzo al 30 maggio Enel Cuore presta attenzione al tema della salute dei bambini’’ ed invita ‘‘le associazioni impegnate quotidianamente nell'accoglienza e nell'assistenza dei bambini che vivono l'esperienza della malattia a presentare una proposta progettuale che metta al centro i diritti dei bambini e risponda ai bisogni delle famiglie’’. 

In questi due mesi ‘magici’, attraverso Enel cuore onlus, l’Enel finanzierà progetti per: accoglienza e supporto del bambino e della sua famiglia, qualità della vita in ospedale, gioco e socializzazione, accompagnamento scolastico.

Durante tutti i mesi dell’anno, però, l’Enel fa profitti bruciando carbone nelle sue centrali ed emette dai suoi camini mercurio, metalli pesanti (di cui alcuni radioattivi), ossidi di azoto, idrocarburi policiclici aromatici, sostanze notoriamente tossiche e nocive che provocano gravi patologie nei bambini. Ora con questa campagna vorrebbe mostrare la sua sensibilità e generosità occupandosi dei bambini malati, dei loro diritti, della qualità della loro vita in ospedale.


Fa bene l’Enel a preoccuparsi dei bambini: a Brindisi, ad una decina di Km dalla centrale a carbone più grande d’Europa, tra il 2001 e il 2010 ben 194 bambini sono nati con malformazioni congenite di vario genere (un numero 1,2 volte più alto della media europea) e di questi 83 (il 49,1% in più rispetto alla media europea) sono nati con malformazioni al cuore*. L’aumento delle malformazioni congenite nella popolazione è una chiara spia del grave impatto dell’inquinamento industriale sulla salute. Alcuni di quei bambini hanno dovuto subire operazioni a pochi giorni o mesi dalla nascita, alcuni ne dovranno subire altre nel corso della loro vita. Le loro famiglie hanno dovuto vivere, in alternativa alle gioie della nascita, dolore, ansia, disperazione, paura e il dono del 10,8% di probabilità media di morte perinatale*. Molti di loro porteranno a vita nel cuore una cicatrice indelebile, un marchio di provenienza.

E’ questo il futuro che l’Enel vuole per i bambini? Un’infanzia di malattia, ospedali e sofferenze?

Quanti bambini, quante famiglie potrebbero evitare tutto questo, potrebbero non aver bisogno della carità dell’Enel, se solo rinunciasse a bruciare carbone ricorrendo a fonti meno inquinanti?

Perciò ci appare chiaro che questa non sia altro che una vergognosa operazione di facciata, un maquillage che passa attraverso la strumentalizzazione dei bambini e della malattia, mentre, sotto la placcatura d’oro, il cuore dell’Enel è nero, sporco, falso come il carbone che brucia nelle sue centrali.

*Congenital anomalies among live births in a polluted area. A ten-year retrospective study

BMC Pregnancy and Childbirth 2012, 12:165

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