11 giugno 2013

LA SCHIUMA DI SAN GENNARO

di Pierpaolo Petrosillo 

Non è il miracolo del Santo il cui sangue si fonde all’acqua marina divenendo candida spuma. Da queste parti, di miracoli attribuibili a San Gennaro, di per sè già troppo impegnato altrove,  non ne sono mai accaduti.
  
La storia vera è un’altra.

Laddove tutti sono indaffarati con i preparativi domenicali del Wine Festival, evento strepitoso ricco di sponsor del buon vino, succede che lungo la costa sud del brindisino, precisamente a Torre S.Gennaro, la scogliera sia invasa da un’allarmante schiuma biancastra.

Da un articolo di giornale del 9 giugno, stralciando qualche frase, si rileva:

“L’episodio si è verificato questa mattina sotto gli occhi di numerosi villeggianti. La massa di schiuma, che si è lasciata dondolare tra le onde per diverse ore prima di finire nel porticciolo della marina di Torre San Gennaro, ha destato non poche preoccupazioni e polemiche. La provenienza naturalmente non si è potuta accertare: per chi sostava sulla costa, è comparsa all’improvviso.”

“Quello che allarma è che, qualunque sia la provenienza, quella schiuma non si è dissolta nel mare, è rimasta bianca e consistente fino a quando non ha toccato la riva. Segno che la concentrazione delle sostanze che la componevano era più che elevata.”



Stante la solita difficoltà di accertamenti, qualcuno dai facili proseliti potrebbe sentirsi autorizzato ad attribuire il fenomeno all’incontrollato  e dissennato uso di detersivi per il lavaggio della biancheria delle numerose case spontanee sorte nella zona, i cui abitanti si incaponiscono affettuosamente a voler frequentare spiagge inquinate e mare blu contaminato. Ma la gente ormai sa che non è così, che non può continuare a farsi burlare con storielle volgari raccontate da chi, evidentemente, ha interresse a divulgarle senza mai spiegarne la morale che c’è dietro. 

“Potrebbe essere residuo di detersivo utilizzato dalle navi (nessuna però era visibile all’orizzonte) per il lavaggio di qualche cisterna, potrebbe essere uno scarico di qualche impianto industriale che si affaccia nel mare brindisino. Per accertarlo bisognerebbe effettuare dei controlli, capire se questa mattina c’erano navi che passavano vicino a quel tratto di costa, provare a capire se sono state lavate le cisterne e come. Si sarebbero dovuti ispezionare gli scarichi degli impianti industriali, quantomeno per escludere la loro responsabilità. Invece quella schiuma si è dissolta da sola senza che nessun ente avesse eseguito un sopralluogo.


Voi niente paura, concittadini che leggete, tranquilli, se la Marina di Ostuni conquista per il quinto anno consecutivo “le Cinque Vele” per il mare più pulito, nella vostra Brindisi città:

“La gestione commissariale della Provincia dà seguito al progetto varato il 29 gennaio del 2007 ...per un monitoraggio delle acque costiere ... finanziato dalle sette aziende maggiori del polo chimico ed energetico brindisino, ... un milione di euro in cinque anni. Il 25 giugno 2013 verranno stipulate le nuove convenzioni tra Enel, le società del Petrolchimico di Brindisi (Versalis, Syndial, Basell, Enipower, Chemgas), Sanofi Aventis, Edipower e la Provincia.”...“Scopo delle convenzioni la prosecuzione del Piano quinquennale di monitoraggio per la definizione della qualità dell’ambiente marino costiero antistante il polo industriale di Brindisi.”


Bisognerebbe, bisognerebbe, bisognerebbe. Si potrebbe, potrebbe. Si dovrebbe. Capire, capire.
 

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