1 giugno 2015

NO DIRTY SPONSORS - I MOTIVI DI UNA CONTESTAZIONE.

La XXX Regata Internazionale Brindisi-Corfù, evento  sportivo di respiro internazionale che in ogni edizione conferma ed esalta le naturali vocazioni del nostro territorio, quest’anno è stato svenduto a due aziende chiamate a farne da mainsponsor: Enel e Tap.

Ma perché NO DIRTY SPONSORS
Chi  sono queste due aziende?

ENEL INQUINA LA TERRA  e tuttora è sotto processo presso il Tribunale di Brindisi. Sono 15 gli imputati, tra manager, dipendenti di Enel e titolari di ditte esterne addette al trasporto del carbone accusati di aver scaricato, trasportato e stoccato tonnellate di carbone all’aperto omettendo di adottare le misure di sicurezza al fine di evitare la dispersioni di polveri nei terreni circostanti, provocandone così l’inquinamento. Decine di aziende agricole aventi i terreni attigui alla centrale e al nastro trasportatore sono state costrette alla chiusura a causa dei terreni inquinati.

ENEL INQUINA L’ARIA. La sua ciminiera immette ogni anno nell’aria, non solo milioni di tonnellate di CO2 (gas climalterante), ma anche moltissime sostanze tossiche come i metalli pesanti arsenico e mercurio, polveri sottili e ultrasottili, anidride solforosa e biossido di azoto, per citarne solo qualcuno. Secondo il Rapporto dell'Agenzia Europea dell'Ambiente queste emissioni della centrale Enel nel periodo 2008/2012 hanno comportato un costo in termini sanitari tra i 1356 e  2940 MILIONI DI EURO. 


ENEL INQUINA IL MARE sversando ogni anno tonnellate di sostanze che anno dopo anno si accumulano. Consultando i dati sul sito del Registro Europeo delle Emissioni (E-PRTR) si può leggere che nel mare di Cerano in 4 anni sono stati sversati oltre 180 Kg di Arsenico, oltre 300 kg di Nichel , oltre un quintale di Piombo e circa una decina di Kg di Mercurio. E poi svariati kg di Cadmio, Cloro e altre sostanze.

Secondo lo studio "Dirty30" condotto da Climate Action Network, Health and Environment Alliance (Heal), European Environmental Bureau (Eeb), Climate Alliance Germany e Wwf, la centrale Federico II Enel e' tra i primi posti tra le centrali piu' inquinanti d' Europa.
  
E TAP

La Trans Adriatic Pipeline AG è la società che dovrebbe costruire l’ennesima “grande opera” inutile del nostro Paese. Un’opera che  NON SERVE né a noi né al resto d’Europa. In Europa di gasdotti ce ne sono in abbondanza. Tuttavia i consumi sono in costante diminuzione. I progetti di nuovi gasdotti rispondono quindi a ragioni economico-finanziarie e non alle “necessità” reali di chi vive in Italia o negli altri paesi. Costruire il TAP non servirà a rilanciare l’economia e a “uscire” dalla crisi economica che persiste. Non serve a chi ha perso il posto di lavoro, o a chi è stato costretto a chiudere la propria attività. Non serve neanche a chi vorrebbe emanciparsi dal gas russo, perché i russi sono parte del progetto con la loro azienda petrolifera Lukoil, impegnata nell’estrazione proprio del gas che dovrebbe essere trasportato dal TAP. Non serve a chi spera “che almeno porti soldi”, perché la società costruttrice (la Trans Adriatic Pipeline AG) è registrata a Baar, in Svizzera, e non pagherà mai le tasse in Italia.

TAP DANNEGGIA IL TERRITORIO ben oltre la sua costruzione. Le ruspe, il cantiere, le tecnologie che verranno usate sono tutti aspetti preoccupanti. Terminata la costruzione, le cose non saranno “come prima”, lo abbiamo visto in altri luoghi dove sono stati costruiti gasdotti simili. Dove passa un gasdotto, tutte le altre attività economiche diventano “secondarie” o collaterali, e secondari e collaterali diventano anche gli abitanti di quelle terre. Il gasdotto è la testa di ariete di un modello di “sviluppo” che si porta dietro cementificazione, inquinamento e danni all’ambiente che si manifesterebbero negli anni a venire.


TAP  non causa solo un danno economico “compensabile” ma distruggerebbe l’economia di un territorio come il Salento in cui terra e mare sono le risorse principali. L’infrastruttura, infatti, arriva dal mare, attraversa la falda acquifera, che proprio nella zona di San Foca passa quasi in superficie, mette a rischio la costa, l’habitat marino, le riserve d’acqua e le piantagioni antiche di ulivi anche millenari. Distruggerebbe così l’ambiente in cui vivono delle persone, e in cui sono incardinate tutte le attività economiche e commerciali che in questa terra danno da vivere, che sono parte del tessuto sociale e culturale del territorio. Dalla pesca all’agricoltura, agli agriturismi alla produzione vinicola, questa terra fa della sua semplicità e del rispetto per l’ambiente il suo punto di forza. Un gasdotto e tutte le sue implicazioni non fanno parte del futuro che gli abitanti dell’area stanno costruendo per i loro figli.
  
Sono queste le ragioni che ci hanno portato a intraprendere la campagna 
NO DIRTY SPONSORS ed esprimere la nostra totale contrarietà all’utilizzo di certi sponsor, di certe multinazionali che nella loro mission non hanno minimamente in agenda l’armonizzazione con il territorio e la comunità che lo abita. Riteniamo inaccettabile vedere queste aziende fare la loro propaganda  attraverso la  Regata Brindisi-Corfù che era l’ultimo
evento brindisino ancora rimasto “pulito”.  


NO DIRTY SPONSORS è un invito a svincolarsi da quella falsa idea che vede la promozione del territorio passare inevitabilmente dalle tasche di queste grandi aziende che con pochi spiccioli si lavano la coscienza. Una coscienza sporca perché il drammatico stato sanitario, sociale, economico, ambientale e occupazionale che viviamo, è il diretto risultato del fallimento di quel sistema industriale, di quel modello di sviluppo che, da oltre cinquant’anni, vede Brindisi come vittima sacrificale. 


NO DIRTY SPONSORS è il 9 giugno a Brindisi.

>>> SCARICA QUI IL MATERIALE DELLA CAMPAGNA <<< 

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