26 giugno 2014

DOSSIER MICOROSA -I VELENI DIMENTICATI DA TUTTI-


L’area Micorosa ha un’estensione di circa 50 ettari, è ubicata nella zona industriale, a sud del petrolchimico e all’interno del Parco naturale regionale “Saline di Punta della Contessa”. Tra il 1962 ed il 1980, l’area è stata utilizzata per lo smaltimento dei residui di lavorazione del petrolchimico, con uno strato di materiale compreso tra i 2 e i 7 metri. ed un volume di circa 1,5 milioni di metri cubi.
Le indagini hanno evidenziato la presenza di rifiuto costituito in prevalenza da idrossido di calcio, con un diffuso ed elevato inquinamento, sia del suolo che della falda sottostante, un’altissima concentrazione di elementi cancerogeni, alcuni dei quali per milioni di volte i limiti di legge.
L’area Micorosa si può quindi considerare, a tutti gli effetti, una enorme discarica non autorizzata ed incontrollata di rifiuti industriali speciali pericolosi, lasciata da oltre 30 anni in uno stato di colpevole abbandono.
Nel 2013 la provincia ha inviato un'ingiunzione a diverse aziende per imporre loro la messa in sicurezza dell'area. Le aziende hanno fatto ricorso al TAR (sezione di Lecce) che ha accolto con tre sentenze molto simili) il ricorso ma esclusivamente per il fatto che la lettera era stata inviata dalla Provincia e non dal Ministero dell'Ambiente. ente competente per il Sito nazionale di Bonifiche. Per il resto il TAR non solo conferma i contenuti della nota ma ricostruisce esattamente i passaggi di proprietà e la responsabilità dei vari soggetti coinvolti.

Nonostante questa sentenza che chiarisce le varie responsabilità dei privati e le previsioni giuridiche che impongono (o, meglio, dovrebbero imporre) il principio “Chi inquina paga” , nel marzo 2014 il Ministero dell'Ambiente   sottoscrive con Syndial (e comune di Brindisi e Regione Puglia) un accordo di programma per la messa in sicurezza di emergenza dell'area del valore di 68 milioni di euro, di cui solo 20 del privato. L'accordo prevede una copertura (capping) di 50 ettari e un barrieramento idraulico con trattamento delle acque di falda lungo il perimetro.

La discarica Micorosa ha una “gemella” in Abruzzo, nella Valpescara, nei comuni di Bussi e Piano d'Orta in provincia di Pescara. Lì dagli inizi del '900 erano attivi due stabilimenti della Montedison-Montecatini per la produzione di solventi, soda, piombo tetraetile e, a cavallo
delle due guerre, armi chimiche come l'Iprite a Bussi, posto tra le montagne dell'Appennino. A Piano d'Orta invece si producevano fertilizzanti.
A Bussi Officine nel 2007, a fianco dello stabilimento e di fronte alla stazione ferroviaria, la Forestale sequestra una prima discarica di 3,5 ettari completamente abusiva, detta "Tremonti", posta proprio nelle gole omonime dove scorre il fiume Pescara. In quest'area tra gli anni '70 e i primi anni '80 sono state scaricate le famigerate peci clorurate e altri scarti di lavorazione. Nei decenni precedenti queste venivano gettate direttamente nel fiume Pescara, circa 1 tonnellata al giorno secondo la Procura di Pescara.
Diciannove manager della Montedison sono oggi imputati in un processo davanti alla Corte di assise di Chieti. Devono rispondere dei reati di disastro ambientale e avvelenamento delle acque.

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